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cosentino-nicola-bigdi AMDuemila - 17 settembre 2014
La Cassazione conferma il ripristino della detenzione dell’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino. Dalle ultime informative del Ros sarebbe emerso che politici, accompagnati da persone legate alla camorra, hanno frequentato, fino allo scorso 15 aprile, la casa dell’ex coordinatore azzurro della Campania.  E questo indicherebbe, secondo i supremi giudici, che Cosentino è "ancora referente" dei casalesi e di certo non si può dire un "politico bruciato".

Nello specifico "Nell'informativa del Ros, del 15 aprile 2014 – si legge nella sentenza depositata ieri dalla Cassazione- si evidenziava che ad accompagnare l'assessore regionale alle attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello e a fare da intermediario per l'incontro, era stato tale Giuseppe Fontana, imprenditore attinto da provvedimento di interdittiva antimafia". Fatti che considerato il curriculum da imputato di Cosentino non si può certo sottovalutare, infatti sul politico “grava un'imputazione di concorso esterno in associazione camorristica su cui si è formato, è opportuno ribadirlo, il giudicato cautelare". Di conseguenza "allo stato risulta provato che nel tempo l'imputato ha sviato il suo potere politico in favore di un'organizzazione criminale di riconosciuta estrema pericolosità, che non solo ha imposto con la violenza la propria supremazia nel suo ambito territoriale di operatività, ma ha anche devastato il territorio con l'abusivo smaltimento di rifiuti tossici, con conseguenti effetti negativi sull'economia della zona e la salute di quanti vi abitano". Per questo i giudici avrebbero ritenuto che le circostanze descritte dal Ros dimostrerebbero "l'attualità dei rapporti del Cosentino con ambienti legati alla criminalità organizzata".

Con questa sentenza la Cassazione risponde anche ai legali dell’ex deputato Pdl che avevano rivendicato il diritto del loro assistito a tornare alla vita politica da uomo libero in riferimento anche al nuovo progetto politico “Forza Campania”  capitanato da Nicola Cosentino avviato lo scorso gennaio. A riguardo i giudici scrivono: “Nel momento in cui il Cosentino riprende iniziative politiche non è illogico, nè contraddittorio che il giudice valuti il pericolo di un nuovo sviamento illecito di tale attività". Sottolineando inoltre che “Se è vero che i provvedimenti 'de libertatè favorevoli a Cosentino, in passato sono stati basati sulla circostanza che era oramai un politico 'bruciato', ne consegue che legittimamente l'accertamento della non veridicità di tale circostanza possa essere valutata in modo negativo". Di conseguenza ciò spiegherebbe ulteriormente la necessità che il leader di “Forza Campania” rimanga in carcere.

Queste le motivazioni della Sezione feriale che confermano la custodia in carcere del politico casertano decisa dal Tribunale del riesame di Napoli lo scorso 24 aprile in relazione sia al processo per reimpiego di capitali illecito, e sia per il procedimento per concorso esterno.

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