Il gip Fabrizio D’Arcangelo archivia l’inchiesta
di Miriam Cuccu - 1° ottobre 2013
A distanza di oltre quarant’anni sulla strage di Piazza Fontana permangono molti buchi neri sui quali non è stata fatta luce, nonostante siano riconosciute le responsabilità del gruppo neofascista di Ordine Nuovo. Il gip Fabrizio d’Arcangelo ha deciso di archiviare l’ultima indagine sulla bomba della Banca dell’Agricoltura del 12 dicembre 1969, su richiesta della procura. Scrive il gip nel provvedimento di archiviazione: “Il fatto che, a distanza di oltre quaranta anni da qual tragico 12 dicembre 1969, e dopo la celebrazione di vari processi, la strage di Piazza Fontana non abbia visto alcun colpevole punito non può che determinare una generale insoddisfazione, sia sul piano giuridico che su quello sociale”.
L’anno scorso, sempre il 1° ottobre, il giudice a seguito dell’udienza si era riservato di decidere se archiviare l’inchiesta a carico di ignoti o accogliere l’istanza per continuare le investigazioni presentata da Federico Sinicato, legale dei familiari delle vittime. “Non smetteremo di cercare la verità e di raccogliere altri elementi” ha dichiarato il legale.
Sulla strage, che aveva causato 17 morti e 88 feriti, erano emersi nuovi spunti tra cui l’ipotesi della “doppia bomba” di cui ha scritto il giornalista Paolo Cucchiarelli nel libro “Il segreto di Piazza Fontana”, e ritenuta inverosimile dalla Procura, che aveva fatto richiesta di archiviazione ad aprile 2012. Dopo che lo stesso Cucchiarelli era stato indagato per non aver voluto rivelare ai pm il nome del neofascista che, chiedendo di essere protetto da anonimato, gli aveva parlato della doppia bomba, la posizione dello scrittore era stata successivamente archiviata. I pubblici ministeri Armando Spataro e Grazia Pradella potevano provare a identificare Mister X tramite intercettazioni e tabulati telefonici, oppure, se la notizia fosse stata indispensabile al fine di stabilire le prove del reato, chiedere al giudice di ordinare che venissero fornite dal giornalista le informazioni richieste. Tuttavia, essendo questa tesi descritta già in partenza in termini di “assoluta inverosimiglianza”, secondo i pm non era necessario dare il via alla procedura.
Si chiude dunque senza colpevoli un capitolo della nostra storia denso di misteri e depistaggi, nel quale la regia degli ambienti eversivi di estrema destra aveva messo a punto una strategia stragista architettata in modo da accusare, invece, gli anarchici di sinistra (permane il mistero dell’omicidio-suicidio del ferroviare anarchico Giuseppe Pinelli, morto il 15 dicembre 1969 cadendo da una finestra della questura di Milano durante l’interrogatorio). Nel 2000 il collaboratore Carlo Digilio, dopo aver confessato la propria partecipazione nella strage ed il proprio ruolo di collaboratore nascosto della Cia, ha ottenuto la prescrizione. Nel 2005 la Cassazione, confermando l’assoluzione in appello dei militanti ordinovisti Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, condannati invece in primo grado all’ergastolo nel 2000, ha scritto che con le nuove prove acquisite nel corso del tempo, gli esponenti di Ordine Nuovo Franco Freda e Giovanni Ventura, definitivamente assolti nel 1987, sarebbero stati entrambi condannati. L’ex generale del Sid Gian Adelio Maletti e il capitano Antonio Labruna, colpevoli di aver fatto fuggire all’estero i fautori della strage, sono stati invece condannati a due anni di reclusione per favoreggiamento.