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alberi-da-fruttodi AMDuemila - 7 luglio 2013
Palermo. Venerdì pomeriggio sono divampati due incendi nel Fondo Petrosa, a Santa Maria di Gesù: uno vicino alla stradina di accesso al terreno e l’altro all’interno dell’agrumeto. Un’ennesima intimidazione ai danni del Centro di accoglienza Padre Nostro (fondato da padre Pino Puglisi, ora Beato), al quale appartiene il terreno di circa ottomila metri quadrati con numerose piante di arance, mandarini e nespole. A chiamare i vigili del fuoco sono stati i proprietari dei fondi limitrofi che si sono accorti delle fiamme. Di fatto il fondo è lo stesso dove alcuni anni fa era stata divelta la recinzione ed erano stati tagliati gli alberi di arance e mandarini. Il presidente del Centro, Maurizio Artale, ha sporto regolare denuncia ai carabinieri di Brancaccio “contro ignoti”. Nell’arco di alcuni anni il Centro ha subito una quarantina di atti intimidatori. Dietro la qualifica di “ignoti” ruota tutta una galassia malavitosa che affonda le sue radici nella criminalità mafiosa, e non solo.

“Proprio venti giorni fa – ha spiegato Artale – abbiamo fatto ripulire l’area dalle sterpaglie, perché abbiamo presentato un progetto alla direzione del carcere Pagliarelli, in modo da impiegare il terreno per far lavorare i detenuti”. “Il cancello non è stato forzato – ha aggiunto –, in un punto la rete è rotta, ma non sappiamo a quando risalga il danno. In ogni caso la recinzione è bassa e sarebbe facile scavalcarla”. Al momento il Centro organizza alcune escursioni nell’agrumeto con i ragazzi del quartiere Brancaccio, mentre un contadino volontariamente si occupa di curare le piante. “E’ un’area che vorremmo mettere a frutto – ha specificato Maurizio Artale –  perché al momento, con la vendita degli agrumi e quella del liquore che prepariamo con i mandarini, non copriamo neanche le spese. Da qui l’idea di offrire un’opportunità di riabilitazione per i detenuti”. Il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, vicepresidente della Commissione Antimafia all'Ars, ha commentato duramente l’accaduto sulla sua pagina facebook. “Ai mafiosi dico: le fiamme vi accompagneranno all'inferno. A noi resterà il profumo della zagara e della libertà”. “Proporrò al presidente dell'Antimafia Musumeci – ha scritto Ferrandelli - di tenere prima del 19 luglio, anniversario della strage di via D'Amelio, una seduta dell’Antimafia al Centro Padre Nostro per dare il segnale a questi uomini senza onore che la politica c’è e che nessuno può profanare la voglia di legalità e di libertà della Sicilia”.

L’ennesimo atto intimidatorio nei confronti del Centro Padre Nostro dimostra una volta di più che l'opera condotta dal presidente del centro, Maurizio Artale, insieme a tutti i volontari, continua a generare fastidio a tutti coloro che temono il risveglio delle coscienze iniziato da padre Pino Puglisi, ora Beato.
A Maurizio Artale e a tutti i suoi collaboratori l’abbraccio e la solidarietà della redazione di Antimafia Duemila.

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