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ciancimino-aula-c-ansadi AMDuemila - 29 maggio 2013
Massimo Ciancimino, per ordine del gip di Bologna Bruno Perla, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza con l'accusa di associazione a delinquere ed evasione fiscale. I pm gli contestano anche l'aggravante di favoreggiamento a Cosa nostra. Ciancimino è stato portato al carcere Pagliarelli di Palermo.
L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, comprende un procedimento della Procura di Ferrara in merito ad alcuni episodi nei quali Massimo Ciancimino avrebbe evaso il fisco, tra il 2007 e il 2009, nella sua attività di trader. “Guardacaso, a distanza di quattro anni dai fatti, l'arresto viene ordinato all'indomani dell'apertura del processo Stato-mafia” ha commentato il legale di Ciancimino, Francesca Russo.

L'operazione nel quale è coinvolto il figlio di don Vito ha portato all'arresto di tredici persone, nove in carcere e quattro ai domiciliari, per aver pianificato una frode fiscale nel campo del mercato di metalli ferrosi con la società Errelle srl. A Ciancimino viene contestata un'evasione di circa 30 milioni di euro, riferita al periodo in cui viveva in Emilia-Romagna, periodo nel quale era amministratore della Errelle srl, nonché al vertice dell'organizzazione.
“Mi preoccupa l’arresto di Massimo Ciancimino. Si tratta di un reato fiscale decidere per l’arresto per un reato del genere in un momento così critico, che è quello dell’inizio del processo per la trattativa tra Stato e mafia, in cui Massimo Ciancimino è testimone, è una cosa che mi lascia da pensare” ha detto all'Adnkronos Salvatore Borsellino, commentando l'arresto.
L'aggravante di aver agevolato la 'Ndrangheta, contestata a Ciancimino dalla Dda di Bologna, non è però stata ritenuta sussistente dal gip. Nello specifico riguardava alcune intercettazioni in cui Ciancimino e Girolamo Strangi, considerato un affiliato alla cosca dei Piromalli di Gioia Tauro, parlavano di affari.

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