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ingroia-a-fermo“Legalità, Lavoro, Economia, è il tempo del rinnovamento della politica”
di Aaron Pettinari - 17 febbraio 2013
E' al Centro congressi San Martino di Fermo che si è chiuso il tour marchigiano del leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia. L'ultimo appuntamento di una giornata che l'ha visto impegnato anche a San Benedetto del Tronto e ad Ancona, assieme ai candidati marchigiani della liste che correranno per la Camera e per il Senato. In due ore l'ex pm ha parlato a tutto campo della propria visione del Paese. Ha spiegato il motivo per cui è sceso in campo indicando alcuni punti della “ricetta” per “curare” l'Italia. Ricetta che, come più volte ha sostenuto, si basa su un semplice fondamento, ovvero la difesa della Costituzione italiana.

“Lasciare il mio lavoro mi è costato caro – ha iniziato Ingroia - ma nel vedere l'entusiasmo della gente mi sto convincendo sempre più che la scelta fatta sia stata quella giusta in quanto viviamo un momento di crisi profonda e l'Italia intera è ad un bivio. L'ho fatto con convinzione, passione ed entusiasmo, con la convinzione che non vi fosse altra scelta per cercare di uscire da questo stato di cose. Il tran tran quotidiano spesso ci distrae, anche per colpa di una certa informazione che ci narcotizza. Questo non ci permette di avere le idee chiare mentre è necessario avere la consapevolezza che l'Italia è giunta davvero al capolina. Siamo di fronte ad una crisi non solo economico-finanziaria, ma anche politico-istiutizonale ed etico-morale. Ci sono verità che vengono nascoste volutamente e che gettano la democrazia in un angolo buio. Mai come oggi viviamo in uno stato di disuguaglianza sociale, con i potenti che restano impuniti e le verità che vengono negate. Penso alla storia delle stragi che si sono consumate nel nostro Paese ma anche a storie come quella di Giuseppe Burgarella, l’operaio e sindacalista di Trapani che si è tolto la vita perché non ce la faceva più a sopportare l’umiliazione di una vita senza lavoro e non trovava altro mezzo per protestare contro uno Stato che ogni giorno tradisce l‘art. 1 della Costituzione. Burgarella ha lasciato il suo messaggio disperato fra le pagine di quella Costituzione tradita, offesa, umiliata e vilipesa proprio come lui, un lavoratore onesto lasciato senza occupazione per anni, dimenticato, che si e’ sentito privato prima della vita, della quotidianità, poi anche della dignità. Il suo gesto racchiude il senso della tragedia contro cui noi lottiamo. Insieme ad un ultimo grido di ribellione, Burgarella ha lasciato la lista di tutti gli operai che sono morti in questi anni di disoccupazione. Non suicidi, ma vittime di omicidi di Stato travestiti. A questi si aggiungono i nomi dei piccoli imprenditori che hanno fatto la stessa tragica scelta. A questa realtà bisogna dare una risposta in modo che più nessuno debba togliersi la vita per reclamare ciò che gli spetta di diritto”.
In un Paese di diritto è chiaro che il contrasto all'illegalità, alle mafie e alla corruzione non può che essere un cardine. Un tema che viene spesso sottovalutato e che, invece, andrebbe affrontato con la consapevolezza che quello della mafia “non è solo un problema di criminalità organizzata ma un sistema criminale che è legto con i poteri economici ed istituzionali”. Ed è anche per questo che il contrasto a questo fenomeno non può essere lasciato alla sola magistratura ma deve essere eseguito senza se e senza ma anche all'interno del Parlamento. “Un esempio per tutti è stata l'indagine sulla trattativa Stato-mafia, che ho condotto in questi anni. Quando ho capito che la magistratura non aveva più la possibilità di compiere ulteriori passi nell'accertamento della verità. C'è il bisogno di un salto di qualità e questo deve partire dalla politica perché purtroppo, non basta la buona volontà dei cittadini”.

Non c'è più tempo da perdere
Fotografia dell'Italia in crisi, secondo l'ex pm di Palermo, è sicuramente il dilagare della Corruzione sistemica (concetto espresso recentemente anche dalla Corte dei Conti come elemento che blocca l'economia del nostro Paese ndr). “Tangentopoli non si è mai conclusa anzi si è sviluppata. Sono questi i veleni iniettati all'interno del nostro Paese e il rischio di essere ingoiati in una crisi senza fine è alto. Per questo non possiamo concederci il lusso di stare a guardare. Il treno passa e va verso un binario morto e se  non agiamo subito per deviarlo sarà una catastrofe. Per questo si deve agire per mandare a casa chi fino ad ora ha condotto il Paese verso questo baratro. Perché come chi ha commesso degli atti illeciti deve andare in galera anche chi ha commesso errori politici deve pagare”. Ancora una volta Ingroia ribadisce la presa di posizione di Rivoluzione Civile contro il berlusconismo ed il montismo, “Tra i prinicpali artefici del disastro”, ma se la prende anche con il Pd, “che ha appoggiato Monti di recente e ha già un accordo per governare assieme”.  

La ricetta per la cura del Paese
“Di fronte alla censura di tv e giornali – prosegue Ingroia – noi cerchiamo di rispondere con il confronto con la gente. Sentiamo parlare di debito pubblico, di sacrifici, di tagli sulla spesa sociale. Perché nessuno parla del recupero dell'economia sommersa? Facciamo due conti. La corruzione sistemica produce un fatturato annuo di 60 miliardi di euro. L'evasione discale sottrae allo Stato un gettito pari a 120 miliardi di euro l'anno. I fatturati delle mafie sono approssimati per difetto in 140 miliardi di euro l'anno. Ecco, sommando questi numeri arriviamo ad un economia di circa 300-400 miliardi di euro l'anno che non entrano nelle tasche del nostro Paese. Questo è un fatto indegno e noi vogliamo voltare pagina in questo senso con un progetto di legge concreto, che chiamiamo Ingroia-La Torre, e prevede l'estensione della normativa per i sequestri e le confisce dei beni non solo ai mafiosi ma anche ai patrimoni dei corrotti e degli evasori fiscali. Come? Basta avere la prova di gravi indizi di corruzione ed evasione fiscale, si confronta con la denuncia dei redditi e se lo stesso titolare dei beni non riesce a dimostrare la provenienza lecita di quei beni si procede con il sequestro e la confisca. Più volte ho chiesto un confronto su questo anche con gli altri candidati premier ma mai nessuno ha risposto alle mie domande. Sono favorevoli? Sono contrari? Domande che rivolgo anche a Grillo, di cui mi preoccupa il linguaggio contro la magistratura, per un confronto anche sulla nostra proposta per un'imposta patrimoniale dei super ricchi. Ma l'inganno è anche nei continui tagli alle pensioni, alla scuola, alla cultura, volti a generare ignoranza ed inibire lo spirito critico. Tagli che subiscono soprattutto le classi sociali più diagiate mentre l'unico taglio che dovrebbero fare è quello alle spese militari contro l'acquisto dei cacciabombardieri F-35”.  
Ingroia ha poi ribadito la necessità di un “immediato ritiro dei nostri militari all'estero” e la contrarietà rispetto alla decisione di intervenire in Mali “per quella che è un'operazione di guerra e non un intervento di polizia”. Concetti gridati con forza ricordando l'articolo 11 della Costituzione. E' la difesa della Carta la base su cui si poggia il programma di Rivoluzione Civile e un altro punto chiave è la difesa dell'articolo 18 per il diritto sul lavoro. Ma Ingroia non guarda solo ai lavoratori ma anche agli imprenditori, sempre più in difficoltà con il rischio che si aggrappino a quei sistemi di finanziamento illecito. “Ogni anno arriva in Italia un fiume di denaro dalla Bce a tassi agevolati all'1% e veicolati sul sistema bancario privato. Le banche usano questi flussi per creare il proprio profitto ed immetterlo nel circuito finanziario con tassi che superano anche il 10%. E così si mettono in difficoltà gli stessi imprenditori. E' questo il sistema che va scardinato.
Il denaro della Bce andrebbe veicolato su un fondo che possa garantire crediti agli imprenditori con tassi del 2%. Imprese che devono essere virtuose e che portino avanti un'economia nell'interesse della nazione. Un esempio? Che non delocalizzino le proprie industrie e qualora decidessero di farlo, se hanno chiesto un accesso ai fondi pubblici, che lo stesso venga restituito. Perché la politica deve dare il proprio sostegno alle imprese ma nel giusto modo, tenendo conto anche della giustizia sociale. Non come è avvenuto a Taranto dove al gruppo Riva è stata data e viene data ampia libertà, con tanto di legge ad hoc, senza tener conto della salute dei cittadini e dell'ambiente”. All'incontro erano anche presenti i candidati locali, Sandra Amurri e Renzo Interlenghi. Quest'ultimo ha ribadito l'importanza della lotta contro le mafie per la crescita politica economica del Paese, mentre la prima ha punzecchiato gli avversari. “Io mi conosco bene e mi voterei – ha detto la giornalista del Fatto Quotidiano in apertura  - perché non sono una che scende a patti a differenza di tanti altri. Prendiamo quel che accade anche nelle Marche dove la Merloni si fa fotografare con Fini e Casini a Loreto mentre prima stava con il Pd. E' una questione di convenienza. Un Paese alla rovescia dove non fa scandalo che un Presidente della Repubblica davanti al Presidente degli Stati Uniti fa un'aperta dichiarazione di voto in favore di Monti. Sarebbe bello avere un confronto serio ma spesso questo è negato persino dai 5 Stelle. Grillo dice cose simili alle nostre ed è bravo a cavalcare la protesta. La differenza è che noi ci crediamo nella politica e abbiamo proposte politiche”.

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