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muos-paraboledi AMDuemila - 5 febbraio 2013
La questione del Muos è quanto mai spinosa, soprattutto con l'arrivo a Niscemi di tre nuove antenne radar da 18 metri di diametro che dovrebbero aggiungersi alle 46 già presenti sul territorio. Il comune non ci sta e oggi, a Palermo, è stata indetta dalle Commissioni Sanità e Ambiente una riunione capeggiata dai massimi esperti sugli effetti delle onde elettromagnetiche.

I rischi del sistema radar satellitare voluto dalla Marina Usa provoca infatti non pochi danni ala salute pubblica e all'ambiente, elencati dal docente dell'Università di Padova Angelo Levis: “È ormai acclarato che nei luoghi dove sono installati sistemi radar è aumentata l'incidenza di tumori, leucemie e malformazioni varie; crescono anche i casi di autismo. Per cui vi dico di stare molto attenti”. Anche perchè spesso i limiti tollerati per legge non coincidono con la tutela di un ambiente sano e privo di rischi, per questo “in alcune sentenze i giudici scrivono chiaramente che i limiti imposti dalla legge possono anche non essere presi in considerazione se i periti dimostrano che anche emissioni più basse possono danneggiare la salute delle persone” ha concluso lo studioso. Sull'argomento è intervenuto anche il presidente della Commissione Ambiente Giampiero Trizzino: “Le 46 antenne installate superano già i livelli di radioprotezione previsti dalla legislazione italiana, figurarsi quello che rischia di accadere con l’installazione dei tre radar da 18 metri che ancora devono essere montate a Niscemi, dove i lavori continuano a pieno ritmo. Il problema infatti sono i tempi per la sospensione che l’assessore Lo Bello e il governo non hanno ancora previsto nel loro provvedimento. Ma siamo fiduciosi che questo avvenga a breve”, e ha aggiunto come “gli studi a disposizione confermino che ci sono i presupposti per revocare definitivamente la realizzazione del Muos a Niscemi”.
I parlamentari regionali hanno poi approvato una mozione affinchè il governo regionale revochi le autorizzazioni rilasciate dal governo precedente a quello statunitense. L'assenza dell'ambasciata di quest'ultimo è stata criticata da tutti i presenti, in quanto “gli Usa hanno perso una buona occasione per confrontarsi”, così ha commentato Pippo Digiacomo, presidente della commissione Sanità criticando la linea presa dal governo statunitense: “Abbiamo invitato l’ambasciatore statunitense che avrebbe potuto fattivamente contribuire a fare chiarezza sull’argomento portando a supporto i loro esperti che avrebbero potuto spiegarci tante cose. E’ evidente il comportamento omissivo delle autorità militari interessate sul fronte del Muos. I dati non sono stati forniti, è ormai chiaro, non per una questione di segreto di Stato, ma per un atteggiamento inammissibile di omissione. E’ intollerabile”.
Anche Antonio Ingroia, candidato leader di “Rivoluzione Civile”, ha espresso nei giorni scorsi piena solidarietà nei confronti del comitato “No Muos”, denunciando un fatto “di una gravità inaudita” soprattutto perchè i lavori stanno continuando “nonostante Crocetta ne avesse chiesto la sospensione”. L'ex pm ha sottolineato che “il Muos è uno strumento di guerra: noi diciamo no alla militarizzazione del territorio, all’enorme inquinamento elettromagnetico prodotto dalle antenne, all’impatto devastante sul territorio” e ha aggiunto quanto sia importante che in questo momento ci sia “un nuovo scatto d'orgoglio dei siciliani”.
Davanti al Palazzo dei Normanni, sede della riunione, un centinaio di aderenti al comitato “No Muos” ha dato vita a un sit in. “Basta con le promesse, vogliamo i fatti” è lo slogan che fa chiaramente riferimento alle contestazioni che il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta ha ricevuto in merito. Una protesta alla quale si è aggiunto lo stesso Trizzino: “Dal governo ho solo sentito parole e discorsi vaghi, io voglio le carte”. Il presidente regionale ha replicato che “i lavori per la realizzazione del Muos di Niscemi li deve interrompere la magistratura e non noi. Il governo ha chiesto al Tribunale la sospensione dei lavori. È la Marina militare che non ha ancora ottemperato. Io rispetto la legge”.

Info: nomuos.org

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