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scarpinato-roberto-web1di Aaron Pettinari - 8 novembre 2012
La prima commissione del Csm, che si occupa anche dei provvedimenti disciplinari, ha deliberato a maggioranza (con 5 voti a 1) di proporre l'archiviazione della pratica riguardante il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, per le sue dichiarazioni rese durante la commemorazione di Paolo Borsellino, lo scorso 19 luglio, nel ventennale della strage di Via D'Amelio. Per i giudici dell'organismo di autogoverno della magistratura nei confronti del Pg, infatti, “non c’è alcun presupposto per un’azione”.

In una simbolica lettera a Paolo Borsellino, aveva espresso tutta la sua amarezza per i continui attacchi cui la magistratura, nel caso di specie palermitana e nissena, era sottoposta nel momento in cui dimostrava di arrivare a nuove verità per la stagione delle stragi del 1992.
Poi aveva proseguito manifestato grande imbarazzo a presenziare a manifestazioni e commemorazioni in cui nelle prime file siedono rappresentanti istituzionali che puzzano di compromesso morale, lo stesso che aveva denunciato Paolo Borsellino prima di venire ucciso in una strage destinata a condizionare i destini dell’Italia e della nascita della Seconda Repubblica.
Scriveva in uno dei passaggi della missiva: “Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà”. E poi ancora: “Se fosse possibile verrebbe da chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa il 19 luglio, di concederci un giorno di tregua dalla loro presenza. Ma, soprattutto, verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché pronunciate da loro, parole come Stato, legalità, giustizia, perdono senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti”.
Nei giorni successivi, a proporre l’azione disciplinare era stato il consigliere di corrente Pdl, Nicolò Zanon ma ora il Csm ha chiuso la questione addirittura richiamando all'articolo 21 della Costiuzione: “Il discorso del Procuratore Scarpinato costituisce espressione della libertà di manifestazione del proprio pensiero. Va ribadito che i magistrati, come gli altri cittadini hanno diritto di manifestare liberamente in pubblico il proprio pensiero, che peraltro essi devono esercitare in modo da non collidere con i principi costituzionali di indipendenza e imparzialità, cioè con i valori essenziali che caratterizzano lo status degli appartenenti all'ordine giudiziario”.
Per il Csm le parole dette da Scarpinato, in ricordo del giudice Borsellino, non sono affatto segnali di perdita di indipendenza e di imparzialità, anzi testimoniano “un comune sentire, che diviene tanto più efficace nella sua valenza diffusiva, in quanto proveniente da un magistrato intensamente impegnato in una quotidiana azione di contrasto alla criminalità organizzata”.

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