di AMDuemila - 9 ottobre 2012
La prima commissione del Csm ha deliberato a maggioranza (con 5 voti a 1) di proporre l'archiviazione della pratica riguardante il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, per le sue dichiarazioni rese durante la commemorazione di Paolo Borsellino, lo scorso 19 luglio, nel ventennale della strage di Via D'Amelio.
In quella occasione Scarpinato aveva letto una lettera a Paolo Borsellino. “Caro Paolo – si leggeva nel testo - stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole - emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà”. Parole irreprensibili, prive di alcun cenno offensivo o infamante, nella piena libertà di espressione che rientra in una democrazia compiuta. Ma non in Italia, dove, su decisione del Comitato di presidenza del Csm (su richiesta del laico del Pdl Nicolò Zanon), a seguito di quelle dichiarazioni, si era proceduto ad inviare gli atti riguardo la nomina del nuovo procuratore generale di Palermo al pg della Cassazione Gianfranco Ciani. In questo modo si metteva a rischio la domanda di trasferimento di Roberto Scarpinato da Caltanissetta al capoluogo siciliano, così da minare la sua nomina a procuratore generale di Palermo. A sostegno di Scarpinato era stata redatta una lettera-appello firmata da oltre 400 magistrati, da diversi familiari di vittime di mafia (tra cui Agnese, Salvatore e Rita Borsellino) e numerosi esponenti della società civile; anche l'Anm aveva criticato l'apertura della pratica nei confronti del pg nisseno. A distanza di qualche mese secondo la prima commissione non sussiste “alcun presupposto per iniziative consiliari”. Si tratta indubbiamente di un primo passo per ribaltare un’iniziativa degna dei Paesi del terzo mondo. Di contraltare resta la posizione del sesto consigliere che, pur concordando con la proposta di archiviazione, ha riferito di voler presentare una relazione di minoranza con richiesta di trasmissione degli atti alla Quarta Commissione, per l'eventuale inserimento nel fascicolo personale.
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