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ingroia-antonio-web5di AMDuemila - 18 agosto 2012 - VIDEO ALL'INTERNO
''Questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo, mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale''.

Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, intervistato nel programma KlausCondicio, in onda su You Tube. “Ho apprezzato le dichiarazioni del premier Monti – ha evidenziato Ingroia – quando, in occasione della commemorazione di Capaci, ha sostenuto che l’unica ragion di Stato è quella dell’accertamento della verità. Non condivido invece le ultime rilasciate dal nostro presidente del Consiglio sull’operato della procura di Palermo, ma ovviamente ognuno ha il diritto di sostenere le proprie opinioni”. “Più in generale – ha ribadito il pm – non posso non osservare che questi anni sono stati teatro di reciproche accuse e invasioni di campo. Io credo però che da parte nostra, della magistratura, non ci siano mai stati sconfinamenti; semmai ci sono stati da parte della politica. Detto questo: mi auguro che al più presto possibile si stabilisca un clima di maggiore collaborazione istituzionale”. Il magistrato palermitano si è detto “dispiaciuto per la morte di D'ambrosio” sottolineando che in merito alla sua prematura scomparsa “non ci sono colpe” da addebitare alla procura di Palermo. “Senso di colpa? No. Dispiacere umano nei confronti di un collega che conoscevo da anni, che ho sempre apprezzato, che ho incontrato nei corridoi del ministero della Giustizia. Quando muore un collega che tu apprezzi, ovviamente sei dispiaciuto. So non esserci e non poter esserci nessuna relazione tra la sua morte e la nostra indagine”. Alla domanda se la trattativa prosegue Ingroia ha replicato di non avere “nessun dato certo”.  Nella lunga intervista il magistrato palermitano ha sottolineato che “la seconda Repubblica è nata sui pilastri eretti sul sangue” delle vittime della mafia. “Non potrà mai diventare una democrazia matura – ha sottolineato - fino a quando non si riuscirà a sapere la verità su quella stagione. Ci si può vaccinare da un peccato di origine, però confessandolo. Se non ci si confessa, non ci si monda da questo peccato originale”.

Video integrale intervista ad Antonio Ingroia

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