di AMDuemila - 4 maggio 2012
Camera e Senato potranno essere chiamate a decidere se concedere ai magistrati l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta P3 che riguardano i parlamentari Dell’Utri, Verdini e Cosentino.
La richiesta, secondo quanto anticipato oggi da Repubblica, sarebbe già stata inviata al Gup di Roma dalla Procura capitolina, che nel gennaio scorso ha chiesto per i tre indagati il rinvio a giudizio con l’accusa di violazione della legge Anselmi, associazione a delinquere e corruzione.
Le conversazioni captate dagli inquirenti, diverse migliaia, rappresentano l’elemento forte dell’intero quadro indiziario (che vede sotto accusa una ventina di persone). E in particolar modo per i politici coinvolti e per Flavio Carboni, faccendiere, considerato ai vertici dell’organizzazione occulta, secondo i pm costituitasi per condizionare organi istituzionali e fare lucrosi affari. In primis nel settore dell’eolico.
La richiesta della Procura, firmata dal pm Rodolfo Sabelli e dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, era stata inviata al Gup lo scorso 20 aprile quando, sottolineando il carattere indispensabile delle intercettazioni per potere affrontare un giudizio, i magistrati avevano specificato: “A carico di alcuni parlamentari "casualmente" intercettati sono emersi indizi di reità e nessun elemento consente di ritenere che vi sia stata la volontà di utilizzare le intercettazioni per accertare fatti reato ascrivibili ai parlamentari e che non è stata disposta o richiesta intercettazione delle utenze che riguardano i parlamentari (...) che sono stati intercettati mentre parlavano con gli altri indagati”.