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Ghiglia, uomo di FdI al Garante per la Privacy, avrebbe cercato di oscurare i dettagli sui lavori nella villa della premier?

Un’altra questione delicata sembra profilarsi all’orizzonte come una vera e propria grana per il Garante per la Privacy e il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Tutto nasce da un’interrogazione parlamentare presentata da deputati di Italia Viva, Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi, che hanno chiesto trasparenza sui lavori eseguiti nella proprietà acquistata nel 2023 da Meloni, una villa di circa 347 metri quadrati con piscina. Ma anche da uno scoop del Fatto Quotidiano, che ha sollevato dubbi circa la regolarità della costruzione della piscina e la gestione delle autorizzazioni edilizie. L’obiettivo di Italia Viva sarebbe stato infatti quello di chiarire un punto fondamentale: se fossero state utilizzate risorse pubbliche, fondi per la sicurezza o benefici fiscali nel ristrutturare la casa privata della premier. Ma anche di conoscere quali imprese avessero eseguito i lavori e come fossero stati effettuati i pagamenti.

Il governo ha risposto il 18 marzo tramite il ministro Luca Ciriani, anche lui di Fratelli d’Italia, assicurando che non sono stati utilizzati fondi pubblici, ma senza specificare informazioni sulle spese sostenute e sui fornitori utilizzati. Una circostanza che ha spinto Italia Viva a manifestare la propria insoddisfazione riguardo alla risposta seguita all’interrogazione parlamentare. In pratica, la sensazione è che il governo avesse qualcosa da nascondere.

È a questo punto che entra in gioco il Garante per la Privacy. Infatti, secondo le anticipazioni di Report, attraverso il suo conduttore Sigfrido Ranucci, il membro del Garante Agostino Ghiglia avrebbe sollecitato i suoi uffici a trovare un modo per limitare la quantità di informazioni da rendere pubbliche alla Camera. “Cercatemi l’interrogazione onorevole Bonifazi su casa Meloni. Approfondiamo se è suo diritto avere risposta a tutte le domande in dettaglio o se qualcosa si può coprire in termini di protezione dati, al netto della trasparenza e dell’interesse pubblico. Urgente”. Pare che la richiesta di Ghiglia sia partita da lui. Il sospetto è che abbia agito per proteggere Meloni sul piano politico, evitando che venissero divulgate informazioni che dovrebbero invece essere trasparenti, soprattutto quando riguardano una figura istituzionale e lavori potenzialmente rilevanti per i cittadini.

Si tratta di un episodio che arriva pochi giorni dopo una controversia più ampia tra Report e l’Autorità garante, e che, ancora una volta, coinvolge il partito di Giorgia Meloni. Pochi giorni prima, infatti, la trasmissione della Rai era stata multata con una cifra molto pesante - 150 mila euro - per aver reso pubblico un audio di una conversazione tra Boccia e Sangiuliano. Anche in quel caso, alcune circostanze ricostruite da Report hanno fatto pensare che dietro l’intervento del Garante potesse esserci stata l’influenza di Fratelli d’Italia, con Ghiglia che avrebbe avuto contatti con Arianna Meloni, sorella della premier e figura di peso all’interno di FdI.

Report ha provato a intervistare Ghiglia per chiedere chiarimenti, ma il membro del Garante della Privacy si è rifiutato di rispondere. Un’ulteriore circostanza che spinge a sospettare che certi comportamenti stiano contribuendo a trasformare l’Autorità per la Privacy, che dovrebbe essere indipendente, in uno strumento di tutela politica. Ricordiamo, infatti, che lo  stesso Agostino Ghiglia è anche membro di FdI. 

Foto © Imagoeconomia 

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