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"L'inizio di un nuovo cammino, insieme alla comunità e al quartiere di Brancaccio". Con queste parole don Sergio Ciresi, 55 anni, nominato ad agosto nuovo parroco di San Gaetano – la stessa parrocchia dove fu pastore padre Pino Puglisi – descrive il senso della sua nuova missione. Domani, alle 18, concelebrerà la Messa di insediamento presieduta dall’arcivescovo Corrado Lorefice. Negli ultimi mesi ha già vissuto un intenso periodo di incontri e conoscenza, tra celebrazioni, volti e strade del quartiere. Prete d’azione, capace di tradurre la fede in progetti concreti come quelli che ha guidato per la Caritas diocesana, don Sergio è prima di tutto un uomo che crede nella forza delle relazioni e nella fiducia reciproca.
"Accolgo tutto questo con fiducia e attesa – racconta – non sarà facile, ma so anche che non sono solo, che c’è una comunità viva che in parte già conosco". Dopo anni trascorsi nella parrocchia di Montegrappa, dove ha lasciato un segno profondo, arriva a Brancaccio con una vocazione matura, frutto di un percorso umano e professionale ricco: prima di diventare sacerdote, ha lavorato al Tribunale dei minorenni e ha vissuto esperienze comuni a tanti suoi coetanei, tra studio, amicizie e impegno civile. Il prossimo 25 giugno celebrerà proprio qui i suoi primi dieci anni da presbitero.
La sua presenza sabato scorso alla veglia dello Zen, convocata dopo l’uccisione di quattro giovani da parte di loro coetanei, testimonia un’attenzione che travalica i confini parrocchiali. Brancaccio e Zen, due periferie diverse ma unite dallo stesso bisogno di futuro, sono per lui parte di un’unica responsabilità collettiva: "collaborando insieme", sottolinea, si può costruire un cammino di riscatto per tutta Palermo.
Nel quartiere di padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 nel giorno del suo 56° compleanno, la comunità attendeva con trepidazione il successore di don Maurizio Francoforte, parroco amatissimo e profondamente legato al territorio, scomparso nella notte di Natale dopo sedici anni di ministero. La scelta dell’arcivescovo Lorefice di affidare la parrocchia a don Sergio, già conosciuto e stimato per precedenti collaborazioni, è stata accolta con entusiasmo.
"Accogliamo con gioia e speranza la notizia della nomina del nostro nuovo parroco, affidando il suo ministero nella nostra comunità parrocchiale alla protezione del Beato Giuseppe Puglisi", ha dichiarato la comunità di San Gaetano.
Tra i fedeli, l’entusiasmo è palpabile. "Se non lui chi? – esclama Valentina Casella, una delle animatrici più attive – È una persona valida e dalle grandi doti umane, attento da sempre alle periferie". Proprio Valentina è stata da poco nominata da Lorefice direttrice del Centro diocesano “Padre Pino Puglisi Martire ucciso dalla mafia”, un segno ulteriore di come il quartiere continui a essere un luogo di speranza che si rinnova.
"Le cose si incastrano in modo sorprendente, sicuramente c’è lo zampino di qualcuno lassù", osserva la volontaria Ida Gagliano. "Da don Pino a don Maurizio... Ora preghiamo per Sergio, e vogliamogli bene soprattutto; si è presa una grande responsabilità, tra Brancaccio e Caritas". 
Don Sergio lo sa bene e ne sente il peso, ma anche la grazia. "Padre Pino Puglisi ha lasciato a tutti un’eredità fondamentale. Quando è stato ucciso io ero lontano dal mondo ecclesiale e lo ricordo come un evento civile tragico e importantissimo. Nella mia formazione da sacerdote mi sono affezionato a don Pino. Sento la sua presenza, è sempre accaduto e sarà come ritrovarlo, anche se in un certo senso siamo continuamente stati in contatto".

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