Il professore inaugurerà sul Garda la Scuola Popolare Antimafia e avverte: “Contro le baby-gang servono reti sociali”
In Lombardia è di moda parlare di “mafia 2.0, 3.0, 4.0, 5.0”, come se l’organizzazione criminale fosse un fenomeno completamente nuovo, tecnologico, diverso da quello tradizionale. Ma è un’illusione: “Non si tratta di una nuova mafia, viene solo vista per la prima volta”. A spiegarlo è stato Nando Dalla Chiesa, sociologo, scrittore e docente universitario, tra i più noti divulgatori dei fenomeni mafiosi, e figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che - ha fatto sapere il Corriere della Sera - inaugurerà sul lago di Garda la nuova edizione bresciana della Scuola Popolare Antimafia.
Altra questione rilevante, affrontata dal noto sociologo, è quella delle baby-gang, un fenomeno che purtroppo sta prendendo piede da Nord a Sud dell’Italia e che, per il momento, non sembra trovare una soluzione, quantomeno una facile da poter attuare. Lo ha precisato Dalla Chiesa: non esistono ricette semplici. “I metodi sono tanti, non c’è una ricetta sola. Per esempio la nascita di un sito che informa e collega, un nuovo insegnante in una scuola che fa attività legate al quartiere, un commissario di polizia nuovo. Poi - ha proseguito - ci sono politiche di attenzione, l’intervento sociale e culturale, un’amministrazione attenta”.
Sono azioni che possono sembrare minime, quasi “banali”, ma che possono fare la differenza. “I quartieri cambiano per una somma di interventi e situazioni impreviste. Avere il controllo del territorio significa avere occhio, senza voltarsi dall’altra parte”.
Insomma, la lotta alla criminalità - e più in generale al degrado sociale - non si fa solo con la repressione e i grandi piani, ma anche con una rete di presenza civile, culturale e istituzionale.
Sul fronte delle mafie, Dalla Chiesa ha offerto una riflessione che è insieme analitica e amara. Di Cosa Nostra si parla poco - ha voluto sottolineare - e questo perché in Italia “si parla poco di mafia nelle discussioni politiche, nelle campagne elettorali”. Non è più percepita come un’emergenza nazionale, ed è per questo che non entra “nei grandi problemi del Paese”. Purtroppo, si tratta di un silenzio che ha un prezzo, e quel prezzo si chiama ‘Ndrangheta. “La ‘Ndrangheta ha approfittato della pigrizia e della miopia di tantissimi”.
E per spiegare la portata del fenomeno, Nando Dalla Chiesa ha raccontato un’esperienza diretta: con l’Università Itinerante - un’iniziativa che ogni estate porta gli studenti nei territori più esposti all’illegalità - ha scoperto una realtà inquietante nel Nord Italia, nelle cave di porfido del Trentino. “La situazione è molto peggio di quanto immaginassi”, ha sottolineato. Tuttavia, aggiunge con una nota di cauto ottimismo, “in Lombardia si è iniziato a contrastarla, soprattutto a ovest”.
Foto © Imagoeconomica
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