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Sentenza attesa per domani

Si ritireranno in camera di consiglio domani mattina i giudici della Sesta sezione penale della Corte di Cassazione, che devono decidere se confermare o meno la sentenza con cui, l'8 luglio dell'anno scorso, la Corte d'Assise d'appello di Bologna ha confermato la condanna all'ergastolo di Paolo Bellini per concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria del capoluogo emiliano.
La procura generale della Cassazione ha chiesto, al termine della requisitoria davanti ai supremi giudici della Sesta sezione penale, di confermare la condanna all'ergastolo per l'ex esponente di Avanguardia Nazionale. ''Le conclusioni della sentenza impugnata sono coerenti, una sentenza che non ha un approccio storiografico - ha evidenziato il sostituto procuratore generale Antonio Balsamo nel corso del suo intervento in aula - e il quadro probatorio è solido. In Italia abbiamo avuto due magistrature: di una ha fatto parte Giovanni Falcone, e di un'altra Ugo Sisti, il procuratore capo di Bologna all'epoca della strage'', ha sottolineato il pg riferendosi a quanto emerso dalle testimonianze del processo a carico di Bellini sulla presenza del magistrato nei giorni successivi alla strage nell'albergo della famiglia dell'ex esponente di Avanguardia Nazionale. Richiesta di conferma della condanna è stata formulata dalla procura generale anche per gli altri due imputati che avevano presentato il ricorso contro la sentenza pronunciata l'8 luglio di un anno fa dai giudici della Corte d'Assise d'appello di Bologna. Si tratta dell'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio e condannato a sei anni di reclusione, e Domenico Catracchia, ex amministratore di condominio in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini, condannato a quattro anni.

Intanto lo scorso gennaio è diventata definitiva la condanna all'ergastolo per l'ex Nar Gilberto Cavallini, accusato di aver fornito alloggio a Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, nella fase immediatamente alla strage, di aver falsificato il documento intestato a Flavio Caggiula, consegnato da Ciavardini a Fioravanti, e di aver messo a disposizione un'auto per raggiungere il luogo della strage. Presenti nell'aula magna della Cassazione, dove si tiene l'udienza, anche alcune decine di familiari delle vittime, il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna Paolo Bolognesi e Federica Mazzoni in rappresentanza del comune di Bologna, parte civile nel procedimento.

Foto © Imagoeconomica

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