In due operazioni distinte sono state arrestate a Roma 25 persone coinvolte in reati che spaziano dal traffico internazionale di stupefacenti all’estorsione aggravata dal metodo mafioso.
La prima operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Roma, ha smantellato un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di stupefacenti, con base nei quartieri romani di Casal Boccone e Fonte Meravigliosa. Su delega della DDA, gli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 16 persone: 13 sono finite in carcere, mentre 3 agli arresti domiciliari. L’indagine ha rivelato un sodalizio, composto prevalentemente da soggetti di origine marocchina, accusato di traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione di armi, rapina, ricettazione e riciclaggio. Grazie a una rete consolidata tra Marocco, Spagna e Italia, l’organizzazione importava oltre 1,4 tonnellate di droga, principalmente hashish e marijuana, utilizzando trasporti su gomma attraverso la frontiera. La droga veniva poi distribuita a grossisti nei quartieri Castel Romano e Alessandrino, alimentando le piazze di spaccio di Don Bosco, Pigneto, Spinaceto, Capannelle e le province di Roma e Latina.
La struttura criminale era altamente organizzata, con una rigida suddivisione dei compiti: dal contatto con i fornitori al trasporto, dallo stoccaggio alla distribuzione, fino alla gestione dei proventi illeciti, riciclati tramite canali non convenzionali. Il gruppo disponeva di una “cassa comune” per pagare gli affiliati e sostenere i membri arrestati o le loro famiglie. Durante le indagini, i finanzieri hanno sequestrato oltre 660 kg di hashish, più di 50 kg di marijuana, armi da fuoco, vetture con doppifondi e dispositivi per comunicazioni criptate. Due membri erano già stati arrestati in flagranza nei mesi scorsi.
Operazione antimafia: 9 Arresti per estorsione a Pomezia
Parallelamente, la Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 9 persone (6 in carcere, di cui 3 già ristretti nell’ambito dell’operazione “Assedio”, 2 agli arresti domiciliari e 1 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dell’imprenditore Emanuele Rossi, titolare della Rossi Costruzioni Edili s.r.l.
L’indagine, scaturita da uno stralcio dell’operazione “Assedio” avviata nel 2018, ha svelato un disegno criminale che vedeva coinvolti due gruppi apparentemente contrapposti, ma in realtà alleati: uno riconducibile alla mafia siciliana e l’altro alla criminalità organizzata romana. I membri del primo gruppo offrivano “protezione” a Rossi, vittima di gravi minacce, anche di morte, rivolte a lui e ai suoi familiari, oltre che di atti intimidatori come l’esplosione di colpi d’arma da fuoco contro il cantiere di un complesso immobiliare in costruzione a Pomezia, in via del Mare Km 29.300. Questi atti erano compiuti dagli esponenti del gruppo romano.
In cambio della cessazione delle minacce, Rossi è stato costretto a cedere tre unità immobiliari del complesso a prezzi di gran lunga inferiori al loro valore di mercato, per un totale di circa 300.000 euro. Inoltre, un imprenditore pometino, agendo come mediatore, ha costretto Rossi a sottoscrivere due contratti di sponsorizzazione per una società di basket e calcio, per un valore di 100.000 euro. Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi sulla collaborazione tra i due gruppi, finalizzata a estorcere denaro e beni all’imprenditore. Parte del procedimento è già stato definito in primo grado con rito abbreviato, mentre per gli altri imputati si attende il giudizio, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza.
Foto di copertina © Imagoeconomica
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