Il maestro venerabile della loggia Sagittario Matteini Bresci (anche lui indagato) le avrebbe finanziato la campagna elettorale in cambio di favori: “Ilaria Bugetti è una mia creatura…”
Un terremoto giudiziario sta scuotendo il comune di Prato. Ilaria Bugetti (Pd), sindaca della città è finita sotto indagine per corruzione. I magistrati Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli della Procura di Firenze hanno chiesto gli arresti domiciliari. L’inchiesta è scaturita da una precedente indagine della Dda sulla mafia cinese. La procura ipotizza uno scambio di favori tra lei e l’industriale tessile Riccardo Matteini Bresci, anche lui indagato e per il quale è stato chiesto al gip l’arresto in carcere. I carabinieri del Ros di Firenze si sono presentati ieri a casa di Bresci, poi a casa e nell’ufficio della sindaca per eseguire una perquisizione e notificare un invito a comparire. La decisione sulle misure cautelari verrà presa la prossima settimana dopo i rispettivi interrogatori. L’avviso di garanzia è stato comunicato dalla sindaca stessa in Comune, dove è stata convocata la giunta. “Mi sono messa a disposizione dell’autorità giudiziaria - ha spiegato poi in una nota - nel rispetto reciproco dei ruoli. Ho piena fiducia nella magistratura e sono certa di poter chiarire ogni aspetto”. Gran parte dell’inchiesta poggia sulle conversazioni intercettate dai pm di Firenze e atti amministrativi che Bugetti avrebbe contribuito a formare a vantaggio di Matteini Bresci. Nello specifico si tratta di concessioni regionali, interventi in controversie di lavoro, mediazione per passaggi di quote di società di Bresci. Quest’ultimo è massone oltre ad essere fondatore e a lungo amministratore del Gruppo Colle. Già noto agli inquirenti dopo l’arresto dell’anno scorso per una vicenda quasi uguale a quella contestagli ieri dai magistrati, secondo i quali quest’ultimo avrebbe “investito politicamente sulla figura di Bugetti per ottenere protezione per sé e per soggetti a lui vicini, in cambio di sostegno elettorale e finanziamenti”. Bugetti, ipotizzano i pm, si sarebbe messa “a disposizione delle esigenze dell’imprenditore” con un “completo asservimento della sua funzione”. L’analisi dei pm si concentra nel periodo in cui Bugetti pratese era ancora Consigliera regionale (2015-2024), con “un legame corruttivo che si sarebbe protratto fino alla sua elezione nel giugno scorso”, quando è stata eletta prima cittadina senza ballottaggi, incassando il 52% dei voti. Il vulnus sarebbe proprio l’origine di alcuni di quei voti. I magistrati scrivono che Bugetti è stata rieletta in Regione nel 2020 e poi sindaca nel 2024 coi “voti decisivi raccolti da Matteini Bresci”, anche grazie alle sue “frequentazioni massoniche” e grazie ai finanziamenti sollecitati dall’imprenditore da marzo a giugno 2024: in totale 27 mila euro sui 133 raccolti dalla candidata. “Ilaria Bugetti è un attrezzo mio, una mia creatura…”, diceva al telefono Bresci con fare baldanzoso. L’imprenditore sembra ostentare potere e influenza. In un passaggio dove prova a introdurre l’imprenditore edile Giovanni Nigro come sostenitore della campagna elettorale di Bugetti in cambio di alcuni “suggerimenti” da dare all’ufficio urbanistico del Comune. E soprattutto rivendica una specie di contributo della “massoneria”, per mezzo di lui, nei traguardi elettorali della sindaca. Del resto, Bresci è stato maestro venerabile della Gran Loggia d’Italia (loggia Sagittario) di via Lazzerini fino al febbraio 2020. Intercettato, al telefono si diceva sicuro di aver “portato 4 mila voti”. Circostanza che accerterà soltanto un eventuale processo. Sul punto, però ci sono già alcuni elementi interessanti. Prima di entrare nel consiglio regionale, l’ex sindaca di Cantagallo (carica che ricoprì per 10 anni) era stata assunta il 28 giugno 2016 dalla società Brokertechno srl, controllata dalla Vettore Sistema Italia srl, partecipata dal Gruppo Colle, di cui l’industriale Matteini Bresci era azionista di maggioranza. E da marzo 2020 a giugno 2024 l’allora Consigliera ha incassato oltre 47 mila euro. Dalle carte emerge poi che nella fase di “lancio” all'interno del centrosinistra di Bugetti come candidata sindaco in forza Pd, Matteini Bresci diceva che Ilaria Bugetti aveva ottenuto l'assenso di ambienti della massoneria e che eleggerla sindaco avrebbe significato avere per cinque anni un interlocutore, inoltre, con figura retorica, diceva che era stata "benedetta" rispetto al candidato sindaco del centrodestra. Secondo l'inchiesta, sia da eletta in Regione Toscana sia come sindaco di Prato, Ilaria Bugetti si sarebbe adoperata per assecondare le esigenze di Matteini Bresci. Tra queste, spicca la 'partita' della depurazione delle acque reflue che riguardava, per costi ingenti, anche gli stabilimenti del gruppo industriale Colle oltre a quelli degli altri industriali consorziati. Sempre secondo le indagini a Bugetti sarebbe stato richiesto da Matteini di agire sugli iter, sull'abbassamento dei canoni e, per quanto riguarda il gruppo Colle, in particolare Matteini Bresci le avrebbe chiesto di intervenire sull'assessora regionale all'ambiente Monia Monni per mitigare gli effetti dei controlli dell'Arpat, che insieme alle verifiche del Noe dei carabinieri, avrebbero potuto far sospendere l'attività produttiva dell'impresa. Sempre sulla depurazione, la procura evidenzia il passaggio delle quote del consorzio di depurazione pratese Gida possedute da Comune e Associazione industriali alla multiutility toscana Alia spa. Bugetti, secondo Matteini Bresci, gli avrebbe promesso aiuto politico per realizzare la cessione della partecipazione in Gida a vantaggio degli interessi degli industriali.
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