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Dopo l’indebolimento dei clan, gli inquirenti puntano sulla riorganizzazione criminale nell’area nord di Napoli 

È morto poco dopo il suo arrivo all’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore Antonio Vitale, 56 anni, ucciso in un agguato nella giornata di ieri a Cardito, nel Napoletano. L’omicidio, avvenuto in pieno giorno e in una zona storicamente controllata dal clan Moccia - attivo nell’area nord di Napoli - è stato eseguito con modalità tipiche della Camorra. 
Stando alle prime ricostruzioni, due killer avrebbero affiancato, dal lato del conducente, l’auto di Vitale, una Nissan, sulla quale si trovavano anche sua moglie, seduta sul lato passeggero anteriore, e suo figlio, seduto dietro. Dopo aver aperto il fuoco, Vitale - già noto alle forze dell’ordine - è stato raggiunto da una decina di colpi di pistola. Sul luogo dell’agguato, gli agenti hanno sequestrato bossoli di vario calibro e interrogato alcune persone, nella speranza di ottenere testimonianze utili. La zona, infatti, sembrerebbe priva di una buona copertura di videosorveglianza, con pochissime telecamere, sia private che pubbliche. Al momento, le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e dal commissariato di Frattamaggiore si concentrano sul ruolo che Antonio Vitale potrebbe aver ricoperto all’interno del contesto criminale locale. Secondo le ricostruzioni, avrebbe avuto un passato legato al clan guidato da Michele Orefice, specializzato in assalti ai furgoni portavalori. Resta il fatto che, per il momento, non si esclude nemmeno che il delitto possa essere collegato a dinamiche interne alla Camorra, in particolare a una possibile ridefinizione degli equilibri di potere tra i gruppi criminali della zona. La provincia nord di Napoli - come rilevato anche dall’Antimafia - è da tempo un mosaico di clan, tra i quali i Pezzella risultano attualmente tra i più influenti. Proprio i Pezzella, infatti, avrebbero esteso la loro presenza anche nelle zone di Frattaminore, Cardito e Frattamaggiore, territori dove operano anche altri gruppi, come quello degli Orefice. I Pezzella, a loro volta, sono ritenuti legati al clan Moccia, che rappresenta ancora la cima della piramide criminale dell’area. Gli stessi Pezzella sono stati colpiti duramente da un’operazione di polizia avvenuta nel febbraio 2025, circostanza che potrebbe aver indebolito la leadership del clan, generando - come spesso accade in questi casi - l’attenzione di realtà rivali o gruppi emergenti interessati al controllo del territorio. 

Fonte: Ansa 

Foto © Imagoeconomica

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