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I pubblici ministeri hanno chiesto la pena dell’ergastolo dopo un processo durato sei settimane 

Due uomini sono stati condannati da una giuria maltese per l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, avvenuto il 16 ottobre 2017. La giornalista si era occupata per diverso tempo di inchieste “scomode”, come i Malta Files e i Panama Papers, entrambe legate a questioni finanziarie, evasione fiscale e corruzione a livello globale. Per il brutale omicidio della giornalista investigativa sono stati dichiarati colpevoli Robert Agius, 41 anni, e Jamie Vella, 42 anni. Entrambi, secondo la giuria, sarebbero colpevoli di aver fornito l'ordigno di tipo militare che ha fatto esplodere l’auto sulla quale stava viaggiando Galizia. Per questo stesso motivo, entrambi sono stati dichiarati colpevoli di complicità. La loro condanna - ha reso noto l’AGI - è prevista per l'inizio della prossima settimana; i pubblici ministeri hanno chiesto l'ergastolo dopo un processo durato sei settimane. Per la morte di Galizia sono stati già condannati a 40 anni di prigione i fratelli George e Alfred Degiorgio, dopo che entrambi hanno deciso di dichiararsi colpevoli, quasi certamente per evitare la pena dell’ergastolo. Ciò che ha permesso di arrivare a loro sono state soprattutto le dichiarazioni rese alle autorità maltesi da parte di alcuni pentiti. Tra questi, quelle di Melvin Theuma, un ex tassista e usuraio, che ha ottenuto il condono totale in cambio delle prove che hanno incastrato anche il mandante dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia, il tycoon maltese Yorgen Fenech. La morte della giornalista, oltre ad essere stata caratterizzata da una grande risonanza mediatica a livello internazionale, ha provocato una profonda indignazione tra la popolazione maltese che ha apertamente criticato l'ex primo ministro Joseph Muscat, accusato di aver protetto amici e alleati durante le indagini. Accuse pesantissime che hanno contribuito in maniera significativa alle sue dimissioni nel dicembre 2019. Difatti, anche se un’inchiesta del 2021 non è riuscita a dimostrare un coinvolgimento diretto dello Stato nell’omicidio della giornalista investigativa, ha comunque sottolineato il fatto che il governo maltese si è reso protagonista di un “clima di impunità” per coloro i quali hanno voluto mettere a tacere Galizia. 

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