L’inchiesta di Report sul sistema sanitario della Striscia sotto attacco
La puntata di Report andata in onda il 1° giugno 2025, intitolata “Anatomia di un crimine”, è una delle inchieste giornalistiche più forti trasmesse recentemente dal programma condotto da Sigfrido Ranucci. Realizzata dalla giornalista investigativa Nancy Porsia, esperta di Medio Oriente, l’inchiesta documenta, con materiale esclusivo, ciò che è accaduto agli ospedali della Striscia di Gaza durante i mesi più duri della guerra. Un racconto minuzioso ricucito attraverso testimonianze di medici sopravvissuti, immagini di attacchi diretti e ricostruzioni dettagliate. Il reportage mostra un dato inquietante: gli ospedali non sono stati solo danneggiati collateralmente, ma colpiti sistematicamente, fino al loro completo abbattimento o all’evacuazione forzata di personale e pazienti. “Un attacco quasi personalizzato, molto mirato al personale medico”, ha detto Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU sui Territori Occupati palestinesi. Vengono documentati casi di irruzioni militari nei reparti, arresti di medici, esecuzioni sommarie e persino la trasformazione di strutture sanitarie in basi militari.
L’inchiesta è costruita anche grazie al lavoro sul campo di giornalisti locali e operatori video palestinesi come Mahdy Sameer Zourob e Alhassan Selmi. Le immagini mostrano reparti pediatrici sotto le bombe, ospedali come il Nasser e Al-Shifa devastati, e un sistema sanitario collassato mentre la popolazione civile cercava disperatamente aiuto. Emergono inoltre gravi violazioni del diritto umanitario, con riferimenti diretti alla Convenzione di Ginevra. Quanto emerso da questa inchiesta rompe con ogni pretesa di “guerra difensiva” e svela - se mai vi fossero stati ancora dubbi - la logica di una occupazione trasformata in punizione collettiva, dove la vita umana palestinese è svalutata, ridotta a danno collaterale permanente. La totale impunità garantita da alleati internazionali e la timidezza delle reazioni europee rivelano un Occidente ipocrita: pronto a invocare i diritti umani a intermittenza, silente quando le vittime non rientrano nella sua narrativa strategica. Questa inchiesta obbliga a fare i conti con una realtà scomoda: Israele, nel suo attuale assetto politico e militare, agisce come potenza coloniale, ricorrendo a metodi di repressione brutali e sistematici. Un appello urgente alla comunità internazionale, e in particolare all’Unione Europea, per far si che smetta di chiudere gli occhi davanti a quello che è un genocidio.
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