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La nota del procuratore Tescaroli: "Sempre più persone scelgono di uscire allo scoperto"

Negli ultimi mesi, la provincia di Prato ha registrato un significativo aumento di denunce da parte di lavoratori vittime di sfruttamento, grazie alla possibilità di ottenere permessi di soggiorno e misure di protezione per chi decide di collaborare con la giustizia. È quanto emerge da una nota ufficiale firmata dal procuratore Luca Tescaroli, che segnala un cambiamento importante in un contesto storicamente segnato da omertà, ricatti e timore.
Dal febbraio 2025, infatti, sono sessanta le persone — appartenenti a diverse comunità etniche, tra cui pakistani, cinesi, africani e bengalesi — che hanno intrapreso un percorso di denuncia nei confronti dei propri datori di lavoro, in particolare all’interno del distretto produttivo pratese. Un fenomeno che riflette un crescente coraggio tra chi, fino a poco tempo fa, subiva in silenzio condizioni lavorative inique.
La Procura sottolinea che le segnalazioni non comportano alcun onere economico per i denuncianti e devono essere effettuate direttamente dagli interessati. In risposta alle numerose collaborazioni già attivate, sono state avanzate venti richieste di rilascio del permesso di soggiorno, e in diversi casi sono state adottate misure di protezione da parte delle forze dell’ordine.
Per incentivare ulteriori denunce e facilitare il contatto con le istituzioni, sono stati messi a disposizione due numeri di telefono — uno della Procura della Repubblica e uno del Dipartimento Prevenzione ASL (331 3660387 - 366 9332876). I lavoratori possono inviare un messaggio, anche nella propria lingua, indicando il numero di telefono e la volontà di collaborare. Verranno poi ricontattati per fissare un appuntamento e formalizzare la denuncia.
Secondo la Procura, questa iniziativa rappresenta un passo concreto nella lotta contro il caporalato e lo sfruttamento nei settori tessile e manifatturiero, ancora oggi alimentati da reti clandestine e da condizioni lavorative inaccettabili.

Fonte: lanazione.it

Foto © Paolo Bassani

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