Il conduttore di Report e Cancellato auditi all’Eurocamera sul caso Paragon
Il Parlamento europeo ha esaminato la situazione dello stato di diritto in Italia durante un'audizione della commissione LIBE, focalizzata su libertà civili, diritti umani, giustizia e indipendenza dei media. All’incontro, a cui erano stati invitati i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, hanno partecipato invece funzionarie dei rispettivi dicasteri. Presenti anche il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Ranucci ha parlato di pressioni interne alla Rai, riferendo un clima opprimente mai sperimentato in 35 anni di carriera, e ha citato le querele ricevute da membri della maggioranza. L’eurodeputato Nicola Procaccini ha replicato: “Se la Rai la mantiene e se le rinnovano il contratto tutte le sue accuse diventano non vere”. Tempestiva la risposta di Ranucci: “Veramente sono un dipendente Rai e quindi non mi devono rinnovare il contratto. Al massimo mi possono licenziare”. Ranucci ha anche fatto riferimento a possibili tagli a Report. Cancellato ha dichiarato di attendere ancora risposte dal Copasir in merito all’uso del software Paragon sui suoi dispositivi.
Tra i temi affrontati anche i diritti Lgbtqi+, la giustizia e le politiche migratorie. Roberta Parigiani del Movimento Identità Trans ha criticato il tavolo tecnico del ministero delle Pari Opportunità definendolo “nascosto” e composto da membri “vicini al mondo cattolico e contro le persone trans”. Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, ha mosso accuse analoghe alla Garante per l’infanzia Marina Terragni, sostenendo che la sua nomina sia motivata solo dalla vicinanza al governo e da “posizioni transfobiche”. Procaccini ha risposto difendendo l’operato dell’esecutivo e accusando la vicepresidente del Parlamento Ue, Sophie Wilmès, di aver escluso voci favorevoli al governo italiano, citando Tommaso Cerno e Paola Ferazzoli. Ha sostenuto che il governo non ha adottato provvedimenti contro la comunità Lgbtqi+ e ha aggiunto: “Ma come pretendete che lo stesso governo oggi faccia cose che sono contrarie alle proprie convinzioni e punti di vista?”, ribadendo la contrarietà alla maternità surrogata per opposizione alla “mercificazione” della natalità.
Il Dem Alessandro Zan ha risposto con i dati: nel 2024 si sono registrate 3.600 aggressioni motivate da omotransfobia e da “discorsi d’odio” anche provenienti da membri del governo. Ha affermato che, pur non facendo leggi contro i diritti, l’esecutivo contribuisce a un clima di odio e intolleranza, citando la circolare Piantedosi e il ddl varchi come strumenti di criminalizzazione dei figli delle famiglie arcobaleno. “Le istituzioni sono crudeli – ha concluso –. Il governo fa cose crudeli e deplorevoli”. Crocini ha aggiunto: “Non fare leggi non significa non perseguitare”. Gaetano Pedullà (M5S) ha definito le azioni del governo “inconciliabili con lo stato di diritto”, accusando Piantedosi e Nordio di eludere il confronto per mancanza di argomenti e di mancare di rispetto al Parlamento europeo. Ha denunciato il “colpevole accanimento” verso giudici, giornalisti e famiglie arcobaleno, chiedendo una relazione di condanna contro l’Italia, facendo riferimento all’ultima relazione annuale della Commissione europea.
Le funzionarie Alessandra Giansante (Giustizia) e Isabella Confortini (Interni) sono intervenute per illustrare le posizioni del governo. Confortini ha difeso il Protocollo Albania, spiegando che è conforme alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e che i migranti trattenuti saranno soggetti alla stessa tutela giuridica prevista in Italia, con possibilità di presentare reclami al Garante. L’intervento ha provocato reazioni critiche. Pedullà si è detto “indignato” per l’assenza dei ministri e ha definito le dichiarazioni lette dai funzionari “non condivisibili e in parte non vere”. Zan ha espresso “costernazione per l’assenza dei ministri, rappresentazione plastica di quanto siano interessati allo stato di salute di democrazia e diritti fondamentali in Italia”.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
Foto © Imagoeconomica
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