L’intervista esclusiva al conduttore di Report a margine della presentazione del suo libro “La scelta” a Bagheria
"Mi allaccio alle parole di Papa Leone XIV: 'In un Paese se la popolazione non è liberamente informata non si possono fare scelte'". Così Sigfrido Ranucci ai microfoni di ANTIMAFIADuemila a margine della presentazione del suo libro "La scelta" (Ed. Bompiani) tenutasi ieri presso la Sala Convegni Villa Rosa. L'evento, organizzato dal Sindacato Unico dei Militari, che ha visto la partecipazione di Antonello Arabia, Presidente del SUM, Giuseppe Castronovo, Libreria Tante Storie, e Silvia Mari De Santis, Vice Capo Redattrice dell’Agenzia Dire, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini provenienti anche da zone limitrofe a Bagheria.
"Sono qui perché Bagheria è una città simbolo per tanti motivi storici di lotta alla mafia e soprattutto perché c'è bisogno secondo me di far capire quanto sia importante battersi per la libertà di informazione - ha aggiunto -. Non è una cosa che riguarda le altre persone o il nostro vicino, riguarda tutti noi. La possibilità di essere informati ci consente di operare le scelte con consapevolezza. Questo è un elemento che manca. Per cui battersi per la libertà di informazione significa creare i presupposti per consegnare al mondo e alle future generazioni una società migliore".
Report riparte domenica 11 maggio alle 20.30 su Rai3 con "un'inchiesta straordinaria a firma di Paolo Mondani che ripercorrerà alcuni aspetti nascosti delle stragi e tirerà una linea tra i punti che partendo dalla strage di Capaci ci porteranno fino alla centrale di spionaggio Equalize".
La trasmissione condotta da Ranucci resta un caposaldo del giornalismo investigativo in Italia. Di fronte alle edicole in declino e all'Italia a picco sulla classifica della libertà di stampa a livello internazionale, la trasmissione condotta da Ranucci aumenta nello share e invoglia sempre più giovani. Sul punto, ha detto che "la necessità dei giovani di andare in profondità nasca proprio dal fatto che loro si sentono costretti a fare lo slalom tra le notizie con un senso di stordimento. E quindi capire esattamente come stanno le cose. Nasce da questa curiosità che secondo me è una curiosità sana. Questo significa però che la stampa, quella più credibile, quella più seria, deve presidiare soprattutto i social e il web perché sono i luoghi dove ci si informa di più".
"Il web è uno strumento di grandissima libertà, ma è anche una sorta di bibliotecario ubriaco, per cui tu non sai mai se quella notizia è veritiera - ha spiegato -. Ed è importante, soprattutto, spolverare e tenere viva la memoria, perché le notizie senza memoria, come diceva il mio vecchio direttore Roberto Morrione che amava la Sicilia, ‘sono orfane’. Quindi rispolverare la memoria è importantissimo. Devo dire che, soprattutto in questi momenti, come il mese di maggio che è un triste anniversario delle stragi di mafia, sento la mancanza di un giornalista come Andrea Purgatori che sapeva creare i link, sapeva unire punti e da questo punto di vista mi sento più solo. Però insomma Report, la redazione di Report si batterà sempre per tenere viva la memoria. E non molliamo.
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