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La scoperta è avvenuta durante le indagini su un tentato omicidio: un cittadino cinese di 47 anni era stato ferito a colpi di pistola mentre cambiava euro in yuan all'interno di una villa Liberty in via del Seminario, a Prato. Il suo racconto ha svelato un sistema sommerso e articolato, nascosto dietro la facciata elegante dell’edificio: non solo un affittacamere abusivo, ma anche una sorta di banca clandestina e persino un centro per tatuaggi, tutto gestito senza alcuna autorizzazione. All’arrivo della polizia, la scena all’interno della villa è apparsa surreale. In quello che sembrava un normale edificio residenziale erano stati ricavati ben 33 posti letto, sistemati in piccoli spazi angusti simili a loculi, affittati a 70 euro a settimana o 300 euro al mese. La struttura era stata presa in affitto da due cittadini cinesi, che l’avevano trasformata in un'attività ricettiva completamente irregolare, frequentata sia da stranieri in regola che da persone prive di permesso di soggiorno. Al momento del blitz, infatti, sono stati identificati venti ospiti, di cui cinque risultati irregolari sul territorio italiano. L’intervento delle forze dell’ordine ha portato anche al rinvenimento di una pistola detenuta illegalmente e modificata. Il responsabile è stato arrestato e poi colpito da un provvedimento di divieto di dimora. Ma le sorprese non si sono fermate qui. Gli agenti hanno scoperto che, oltre all’affitto dei posti letto, la villa ospitava attività di cambio valuta esercitate senza licenza e un laboratorio di tatuaggi, entrambi in totale violazione delle norme igienico-sanitarie, urbanistiche e di sicurezza. Nessun impianto, né elettrico né a gas, risultava certificato. La procura di Prato, guidata da Luca Tescaroli, ha sottolineato come nel giro di dieci giorni, grazie alla collaborazione tra squadra mobile e polizia municipale, sia stato possibile ricostruire l'intero quadro delle attività illegali che si svolgevano all’interno dell’edificio. Di conseguenza, è scattato il sequestro preventivo dell’immobile per interrompere ogni attività illecita. Parallelamente, sempre nell’ambito delle indagini sulla criminalità cinese, il tribunale del riesame ha confermato il sequestro preventivo disposto dal gip di Prato: circa 750 mila euro in contanti e una BMW, riconducibili a due soggetti cinesi accusati di riciclaggio. Secondo gli inquirenti, i due avrebbero trasportato e convertito denaro proveniente da evasione fiscale.

Fonte: firenze.repubblica.it

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