L’ultimo preoccupante caso a Cosenza: gli indagati preavvisati per effetto della riforma hanno minacciato i testimoni
Altre critiche per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e ancora una volta per gli effetti della riforma della giustizia. Questa volta le critiche arrivano dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Valentina D’Orso, intervenuta con forza alla Camera dei Deputati per sollevare l’ultimo di una lunga sequenza di episodi paradossali, a volte pericolosi, che si sono venuti a creare con l’attuale riforma promossa dal Guardasigilli. Non limitandosi a una critica generica, D’Orso ha portato all’attenzione del ministro della Giustizia un caso concreto, ennesimo segnale di una riforma che, già ora, non promette nulla di buono. Si tratta di un episodio riportato dal Fatto Quotidiano. “In un piccolo comune della provincia di Cosenza - ha spiegato la deputata 5 Stelle - alcuni presunti spacciatori hanno rintracciato, minacciato e intimidito alcuni cittadini che avevano reso dichiarazioni testimoniali contro di loro all’interno di un’operazione per stroncare un giro di spaccio. Questo - ha aggiunto - è potuto accadere per la scellerata trovata del ministro Nordio che ha introdotto l’interrogatorio preventivo in vista dell’arresto”. Infatti, con le nuove norme, gli indagati vengono avvisati preventivamente dell’intenzione della procura di arrestarli. Ma non solo: hanno anche accesso agli atti dell’indagine, documenti nei quali spesso sono contenuti i nomi e le generalità delle persone che hanno testimoniato contro di loro. Una modalità che - come ha denunciato D’Orso - mette gravemente a rischio la sicurezza dei testimoni, esponendoli a possibili ritorsioni da parte di chi viene coinvolto nelle indagini. La questione era già stata segnalata al ministro. Peccato, però, che lo stesso Nordio abbia spiegato, durante un precedente question time, di non essere a conoscenza di eventi del genere, se non tramite la stampa – che, ha aggiunto, non legge – liquidando il tutto come una questione di “vuota metafisica dell’intelletto”.
Ma “ora che è successo di nuovo, il ministro vuole dare la stessa risposta ridicola?”, si chiede la deputata, precisando che - non sarebbe la prima volta - l’Italia rischia in questo modo di diventare “lo zimbello del mondo”, oltre che “il paradiso dei delinquenti”. Ora, resta da capire se “Nordio si degnerà di chiedere scusa ai cittadini e al Paese? E ammetterà che la riforma va cancellata?”.
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