Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Il prossimo 9 maggio si celebrerà il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi riconducibili a questa matrice. Un’occasione non solo per ricordare i morti, ma anche per promuovere riflessioni comuni sulla memoria e per proseguire nella ricerca della verità. Sin dalla sua istituzione, questa ricorrenza ha visto una stretta collaborazione con le associazioni dei familiari delle vittime: le cerimonie sono sempre state costruite insieme, bilanciando gli interventi, ricostruendo il contesto storico e tenendo conto degli sviluppi processuali. Un impegno condiviso, che ha cercato di rappresentare l’intero spettro delle violenze che hanno segnato la storia del Paese. Ma quest’anno, secondo molte associazioni, non sarà così. La denuncia arriva attraverso una nota firmata da rappresentanti di diverse associazioni di familiari delle vittime di alcune delle più tragiche stragi italiane. Tra i primi firmatari figurano Paolo Bolognesi (Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980) e Daria Bonfietti (Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica), seguiti da Federico Sinicato (strage di Piazza Fontana), Manlio Milani (piazza della Loggia), Rosaria Manzo (treno rapido 904), Daniele Gabrielli (via dei Georgofili), Alberto Capolungo (stragi della Uno Bianca), Franco Sirotti (strage dell’Italicus), Benedetta Tobagi (figlia del giornalista Walter Tobagi), Sergio Amato (figlio del giudice Mario Amato) e Giancarlo Mancini del Centro studi Luigi Di Rosa. “Saremo comunque presenti alla Cerimonia – si legge nel comunicato – per rispetto dei morti, della storia e delle Istituzioni, in particolare della Presidenza della Repubblica che ha voluto fortemente, fin dal 2008, questa giornata. Ma non possiamo restare in silenzio di fronte a quanto sta accadendo: la celebrazione non può essere sottratta ai familiari delle vittime. Esprimiamo la nostra profonda insoddisfazione per l’impostazione di quest’anno, sia per rispetto verso chi non c’è più, sia per il lungo e difficile cammino che le famiglie e le loro associazioni hanno percorso per ottenere verità e giustizia. Non possiamo accettare che questa giornata venga strumentalizzata politicamente: negli anni abbiamo imparato a ricordare insieme tutte le vittime, di qualsiasi matrice”. Un ulteriore motivo di protesta riguarda la scelta del conduttore della cerimonia: “È stato chiamato Bruno Vespa, giornalista contestato per alcune sue dichiarazioni in merito alle più sanguinose stragi degli anni ’70. È una decisione che riteniamo inopportuna e offensiva”. I firmatari ricordano anche che il 2025 segna importanti anniversari, che meriterebbero un’adeguata contestualizzazione storica. “Alcuni processi – scrivono – come quello per la strage alla stazione di Bologna e per piazza della Loggia, hanno portato a identificare i colpevoli, mettendo fine a decenni di depistaggi. Altri, come quello sulla strage di Ustica, si sono invece conclusi con richieste di archiviazione, vanificando anni di impegno”. C'è poi un appello a una memoria più ampia e consapevole. Secondo i firmatari, “sarebbe giusto ricordare insieme il giovane Sergio Ramelli, ucciso pochi giorni dopo l’omicidio di Claudio Varalli e la morte di Giannino Zibecchi, durante una manifestazione di protesta. Solo ricostruendo il contesto di quegli anni possiamo davvero comprendere la logica di contrapposizione in cui la violenza si è alimentata”. Infine, la critica si estende anche ai percorsi educativi legati alla giornata del 9 maggio: “Ricordare non può ridursi a una sola giornata all’anno. Servono percorsi pensati per i giovani, per chi non ha vissuto quegli anni. Grazie alla Presidenza della Repubblica era nato un protocollo con il Ministero dell’Istruzione per promuovere attività didattiche e formative nelle scuole. Ma negli ultimi anni questo progetto ha perso forza, quando invece dovrebbe essere al centro della costruzione di una cultura della memoria che rifiuti ogni forma di violenza”.

ARTICOLI CORRELATI

Paolo Bolognesi: 27 novembre incontro tra i parenti vittime delle stragi nere e di mafia

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos