Un incendio scoppiato nella notte tra sabato e domenica in un cantiere edile di viale della Repubblica, a pochi passi dal Palagiustizia di Prato, ha riacceso l’allarme per l’ondata criminale che da mesi scuote la città. Le fiamme hanno coinvolto un edificio che ospita vari uffici, tra cui quelli di Generali, Banca Intesa San Paolo, la biblioteca del museo Pecci e, soprattutto, l’ufficio del giudice di Pace. Proprio la presenza di una sede giudiziaria ha spinto gli inquirenti a valutare l’ipotesi di un atto mirato, e il ritrovamento di tracce di innesco durante il sopralluogo dei vigili del fuoco ha confermato la natura dolosa dell’evento. Grazie all’intervento tempestivo dei pompieri, le fiamme sono state contenute prima che potessero estendersi, ma i danni alla facciata della biblioteca del Pecci sono evidenti. La procura ha reso noto di aver repertato indizi potenzialmente utili a ricostruire la dinamica e a identificare i responsabili dell’attacco, mentre le indagini, affidate alla squadra mobile, si concentrano sull’analisi delle testimonianze e delle immagini di videosorveglianza nella zona. Il contesto in cui si inserisce l’incendio è quello di una crescente tensione legata alla cosiddetta “guerra delle grucce”, una lotta per il controllo di settori chiave dell’economia locale – logistica, trasporti, produzione – tra fazioni contrapposte della comunità imprenditoriale cinese. La città è stata teatro, negli ultimi mesi, di numerosi episodi violenti: spedizioni punitive, sparatorie, tentati omicidi. L’episodio forse più emblematico risale al 6 luglio 2024, quando un imprenditore fu brutalmente aggredito nel locale Number One, nel cuore di Chinatown. Grazie alla testimonianza della vittima, che ha collaborato attivamente con la magistratura, la procura ha potuto portare a processo il commando – arrivato dalla Cina con l’obiettivo preciso di uccidere – ottenendo la condanna a sette anni e mezzo per cinque dei sei imputati. Il procuratore Luca Tescaroli ha più volte invitato alla collaborazione, ricordando la possibilità per chi fornisce informazioni utili di accedere al permesso di soggiorno per motivi di giustizia. In recenti dichiarazioni, ha inoltre sottolineato l’urgenza di estendere anche agli stranieri le tutele previste per i collaboratori di giustizia italiani, alla luce di segnali che sembrano incrinare il muro di omertà all’interno della comunità cinese. In un clima ancora segnato dall’incertezza, le forze dell’ordine non escludono alcuna pista. Ma la vicinanza del rogo a una sede giudiziaria e il contesto in cui si è verificato mantengono alta l’attenzione su un possibile messaggio diretto alle istituzioni.
Tratto da: firenze.repubblica.it
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Prato, incendio vicino al Malagiustizia. Riacceso l'allarme per l'ondata criminale in città
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