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237 giuristi italiani, compresi tre presidenti e vice-Presidenti emeriti della Consulta - Ugo de Siervo, Gaetano Silvestri, Gustavo Zagrebelsky, Enzo Cheli, Paolo Maddalena - lo hanno denunciato chiaramente: il "Decreto Sicurezza" viola la nostra Costituzione.
“Ci sono momenti però nei quali accadono forzature istituzionali di particolare gravità, di fronte alle quali non è più possibile tacere ed è anzi doveroso assumere insieme delle pubbliche posizioni”, avverte l’Appello per la sicurezza democratica.
L’Appello si aggiunge a quelli dell’Associazione Magistrati, delle Camere penali, dei professori di diritto penale per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica verso il decreto sicurezza approvato l’11 aprile dal governo di Giorgia Meloni.
Anche la procura di Foggia si è già mossa chiedendo al Tribunale di sollevare questione di legittimità costituzionale in rapporto a due disposizioni del decreto-sicurezza.
Il giudice si è riservato sulla questione, rinviando all'udienza che si terrà il 17 giugno 2025.
In secondo luogo, l'introduzione delle aggravanti tramite decreto-legge avrebbe compresso le prerogative del Parlamento nel processo di definizione delle scelte di criminalizzazione, compromettendo al contempo la conoscibilità delle norme da parte dei cittadini per l'assenza di un adeguato periodo di vacatio legis. Non sussisterebbero, infine, secondo la Procura, i requisiti di straordinaria necessità ed urgenza prescritti dalla Costituzione.
Non c'era né la necessità né l'urgenza di trasformare questo disegno di legge in un decreto, l'ennesimo Dl di un governo che continua impunemente a calpestare la democrazia parlamentare e le prerogative delle Camere. Una forzatura giustificata solo dall'urgenza di Giorgia Meloni di comprimere diritti e libertà dei cittadini nonché un abuso dello strumento della decretazione che umilia il Parlamento.
Presidenza della Repubblica, Corte costituzionale, Presidenti delle Camere hanno più volte preso posizione in difesa del Parlamento e delle sue prerogative gravemente calpestate nell’esercizio della potestà legislativa, rimanendo inascoltati.
"Il nuovo decreto sicurezza non porta protezione ma repressione: criminalizza immigrati, detenuti, senzatetto e lavoratori precari; restringe la liberta' di espressione, delegittima la magistratura, umilia i sindacati, minaccia la stampa indipendente, vuole zittire i cittadini e le cittadine che manifestano pacificamente nelle piazze" ha scritto sui suoi canali social la deputata M5s Stefania Ascari. "A pagarne il prezzo più alto sarà anche la filiera della canapa industriale, con oltre 3.000 aziende e 30.000 posti di lavoro a rischio, spazzati via da un provvedimento ideologico che cancella investimenti e futuro. Dopo aver dimostrato di non aver imparato nulla dalla storia, il governo tenta perfino di ridimensionare le celebrazioni del 25 Aprile, offendendo la memoria della Liberazione. Finche' avremo voce, continueremo a usarla: presenteremo emendamenti soppressivi, attiveremo ogni garanzia costituzionale e scenderemo in piazza, per difendere diritti, lavoro e Costituzione. Resistenza sempre".
Gli autori evidenziano nel testo ricordano che "la missione di chi governa dovrebbe essere quella di cercare un equilibrio nel rapporto tra individuo e autorità. Invece, il filo che lega il metodo e il merito di questo nuovo intervento normativo rende esplicito un disegno complessivo, che tradisce un’impostazione autoritaria, illiberale e antidemocratica, non episodica od occasionale ma mirante a farsi sistema, a governare con la paura invece di governare la paura.
Confidiamo che tutti gli organi di garanzia costituzionale mantengano alta l’attenzione e censurino questo allontanamento dallo spirito della nostra Costituzione, che fonda la convivenza della comunità nazionale su democrazia, pluralismo, diritti di libertà ed uguaglianza di fronte alla legge, affinché nessuno debba temere lo Stato e tutti possano riconoscerne, con fiducia, il ruolo di garante della legalità e dei diritti.

Foto © Imagoeconomica

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