Una delle vittime ha salvato la fidanzata prima di morire. Due ragazzi dello Zen sentiti in caserma, forse uno di loro è il killer
Dramma a Monreale. Durante la notte di sabato un litigio nella zona fra via Benedetto d’Acquisto e la centrale piazza Duomo, è esploso in sparatoria. Tre giovani sono rimasti uccisi dai colpi di pistola e due feriti. Le vittime sono Salvatore Turdo di 23 anni e Massimo Pirozzo di 26 anni, morti subito dopo essere stati trasportati rispettivamente negli ospedali Ingrassia e Civico del capoluogo. Morto in ospedale questa mattina anche Andrea Miceli, di 26 anni, arrivato in condizioni disperate al Civico. Sono tutti e tre giovani incensurati di Monreale. La sparatoria è avvenuta nei pressi del locale “365” davanti ad almeno un centinaio di testimoni. Davanti agli ospedali si sono presentati numerosi familiari e amici delle vittime, con grida e scene di disperazione. In base a una prima ricostruzione, fatta sul riscontro di decine di testimonianze raccolte dagli inquirenti nella notte, tutto sarebbe nato in seguito a una rissa per futili motivi davanti al locale. Poi i due gruppi di giovani si sono affrontati in piazza. Uno dei protagonisti dell'aggressione (un palermitano), armato di pistola, ha aperto il fuoco. Sarebbero stati esplosi almeno diciotto colpi di pistola. Alcuni testimoni raccontano che Andrea Miceli sarebbe stato ucciso nel momento in cui stava raggiungendo a piedi il cugino Salvatore Turdo, anche lui assassinato. Il ragazzo, riferiscono le fonti, aveva poco prima messo al sicuro la fidanzata, chiudendola in auto e raccomandandole di non muoversi. Pochi minuti dopo è stato colpito dai proiettili. Le indagini sono condotte dai carabinieri che hanno acquisito le immagini di videosorveglianza dei locali e del Comune. Indaga la procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia. L'attenzione degli inquirenti che indagano sul triplice delitto è puntata su due giovani palermitani originari dello Zen ma al momento i protagonisti della rissa non sono stati ancora tutti identificati. Almeno due dei feriti non avrebbero partecipato alla rissa ma erano lì solo per trascorrere una serata con gli amici. "Siamo dinanzi ad una tragedia senza precedenti - ha detto il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, che si è recato in ospedale per esprimere vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti. - vite spezzate di giovani che avrebbero dovuto vivere il proprio futuro. Questo è il momento di raccoglierci in preghiera e di dare conforto alle famiglie. La città piange questi giovani". Arcidiacono ha convocato una giunta straordinaria per le prossime ore. L’amministrazione comunale ha annullato i festeggiamenti del Santissimo crocifisso che animano in questi giorni le strade della cittadina normanna.
"Di fronte ad un simile evento, la parola più eloquente è il silenzio, i gesti più appropriati, la preghiera e il pianto”, ha affermato l'arcivescovo di Monreale Gualtiero Isacchi. “Esprimo il mio personale cordoglio e la mia vicinanza ai famigliari nel loro infinito dolore, così come anche agli amici e all'intera città di Monreale oggi preda dello sconforto. Questo fatto mi colpisce e genera in me un senso di responsabilità, perché queste morti chiedono e meritano una risposta personale da parte di ciascuno - aggiunge l'arcivescovo - La violenza è ormai cifra caratterizzante del nostro convivere sociale: l'uso delle parole, il bullismo, gli abusi su bimbi e donne, le prepotenze, l'arroganza e molte altre manifestazioni, infettano il nostro modo di comunicare, di convivere e di abitare la casa comune. Tutto ciò non può che sfociare nella violenza e nella morte. Basta”.
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