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Per il procuratore Tescaroli si tratterebbe di un “commando arrivato dalla Cina per fare da braccio armato”

Il sesto componente del commando responsabile dell’aggressione a Chang Meng Zhang, avvenuta lo scorso luglio a Prato, è un ex militare dell’esercito della Repubblica Popolare Cinese. Dopo nove mesi di indagini, la procura guidata da Luca Tescaroli ha arrestato Nengyin Fang, ritenuto parte attiva nel tentativo di omicidio legato alla cosiddetta “guerra delle grucce”, una faida interna alla comunità cinese impegnata nel business del tessile. Già condannata per l’omicidio volontario di Zhijian Su (referente dell’impresa Eurotrans/Oulian), commesso a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) nel marzo 2006, la vittima ha subito un agguato la sera del 6 luglio del 2024. Zhang è stato accerchiato, colpito con calci, pugni, una bottiglia e infine accoltellato all’addome. Ricoverato d’urgenza, ha subito numerosi interventi chirurgici ma è riuscito a sopravvivere. Da quel momento, come si legge in una nota del procuratore, “ha iniziato una proficua collaborazione con la giustizia, che ha consentito, tra l’altro, di acquisire preziosi elementi per individuare l’apporto fornito” da Fang. Secondo gli inquirenti, l’arrestato faceva parte di un gruppo misto “fujianese e dello Zhejiang”, inviato dalla Cina come braccio armato del cartello che mira al controllo del mercato delle grucce. Le intercettazioni si sono rivelate “ancora una volta decisive”, ha sottolineato Tescaroli, permettendo di localizzare Fang nella provincia di Padova. Fondamentale anche l’apporto del consolato cinese, che “ha fornito una collaborazione per giungere all’identità certa del soggetto, così agevolando lo sforzo investigativo posto in essere dagli inquirenti”. Le indagini sono partite dall’analisi dei filmati di videosorveglianza del locale dove è avvenuto l’agguato. Uno degli aggressori è stato identificato e messo sotto intercettazione: i suoi spostamenti verso sud hanno condotto gli investigatori fino in Calabria, dove è stata fermata un’auto con a bordo quattro cittadini cinesi, poi riconosciuti come parte del commando. Un quinto uomo è riuscito temporaneamente a eludere i controlli, superando lo Stretto di Messina, ma è stato catturato due giorni dopo a Catania. Oggi tutti e cinque sono sotto processo con rito abbreviato. Con l’arresto di Fang, si completa il quadro accusatorio. L’operazione, conclude Tescaroli, ha fatto emergere “una rete di collegamento in più porzioni del territorio nazionale”, testimoniata dalla presenza del sesto uomo a Padova, dove si era nascosto subito dopo il tentato omicidio.

Foto © Imagoeconomica

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