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Intercettazioni ridotte, reati depotenziati, controlli svuotati: il disegno eversivo di una giustizia sempre più burocratizzata

“Siamo entrati in una fase sempre più violenta, sul piano istituzionale, dell’uso illegittimo della legge che diviene diritto per cancellare diritti e consolidare privilegi. La creazione di un’orgia di norme ingiuste e contro lo spirito della Costituzione. Un diritto sempre più diseguale e, quindi, in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’uguaglianza delle persone davanti alla legge”. A spiegarlo molto chiaramente è Luigi de Magistris. L’ex magistrato, noto per le sue indagini su corruzione e legami tra politici e criminalità organizzata, ha precisato come la recente cancellazione del reato di abuso d’ufficio e le nuove restrizioni sull’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali non rappresentino, in realtà, dei semplici interventi tecnici per razionalizzare la giustizia. Al contrario, sono tasselli di un disegno molto più ampio e pericoloso: un progetto che punta a indebolire gli strumenti fondamentali per accertare le responsabilità dei detentori del potere, rendendo più difficile perseguire reati gravi come la corruzione, la concussione e la malversazione del denaro pubblico. Infatti, con la cancellazione dell’abuso d’ufficio, è stato “eliminato lo strumento attraverso il quale il più delle volte si potevano individuare corruzioni, concussioni, predazioni di denaro pubblico, associazioni per delinquere. Per arrivare a gravissimi reati - ha precisato de Magistris - si partiva quasi sempre da ipotesi di abuso d’ufficio, non di rado segnalate da vittime degli abusi che rimangono sempre più indifese, vittime per sempre senza possibilità di giustizia. Eliminando l’abuso d’ufficio, i detentori del potere si sono fatti il dono di garantirsi sempre di più una larga impunità”. E aggiunge: “Limitare, poi, le intercettazioni, il terrore dei detentori degli abusi e dei crimini del potere, significa rendere quasi impossibile ricostruire gravi delitti”. Ridurre il tempo disponibile per le intercettazioni a un massimo di 45 giorni significa, di fatto, compromettere la possibilità di raccogliere elementi probatori sufficienti a ricostruire interi sistemi criminali. Le inchieste complesse richiedono tempo, e questa limitazione rende più agevole per i potenti commettere reati senza timore di essere scoperti. In pratica, si toglie alla magistratura un’arma fondamentale per contrastare proprio quei crimini che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Ma il danno non si ferma qui: anche la Corte dei Conti, l’organo incaricato di vigilare sull’uso corretto delle risorse pubbliche, è stata presa di mira. Viene infatti colpita con un forte ridimensionamento dei suoi poteri, soprattutto per quanto riguarda l’individuazione e la punizione dei danni erariali. “Con la cancellazione delle norme che consentono di perseguire i responsabili del danno erariale da parte della Corte dei Conti - ha sottolineato l’ex magistrato - si dà una grossa mano, dopo anche le varie modifiche della normativa sugli appalti, alla garanzia di impunità per condotte illecite sulla gestione del denaro pubblico. Si tolgono le armi del diritto alla magistratura per esercitare il controllo di legalità e di giustizia, per poi attentare, con la picconata finale, alla stessa possibilità di iniziare, anche con mani più nude, il controllo stesso di legalità, cercando, attraverso anche la separazione delle carriere, di sottoporre il pubblico ministero al controllo del governo e portare l’attacco finale all’autonomia e all’indipendenza della magistratura”. E in tutto questo, ciò che colpisce di più è il silenzio. L’assenza di una reazione forte e decisa da parte di coloro che dovrebbero essere i primi difensori della Costituzione. La passività delle istituzioni, l’indifferenza della politica e lo smarrimento dell’opinione pubblica rischiano di rendere questo processo irreversibile. Mentre il potere si rafforza, chi crede nella legalità e nella giustizia si scopre sempre più solo, disarmato, incapace di reagire. Quello che si sta attuando è “un disegno complessivo di totale svuotamento del principio di uguaglianza davanti alla legge e di autonomia e indipendenza della magistratura: il primo, senza la seconda, non esiste. Anche attraverso ulteriori norme che mirano a costruire un magistrato sempre più burocrate, conformista, attento più alla statistica dei numeri che a rendere effettiva giustizia. Questo disegno eversivo dello Stato di diritto, della democrazia e della Costituzione - ha concluso de Magistris - avviene con lo sbigottimento delle persone perbene, sempre più indifese e impotenti, e senza, al contempo, una reazione adeguata sul piano istituzionale nemmeno da parte di chi dovrebbe essere il primo custode della Costituzione”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Foto © Imagoeconomica

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