Chiesto il invio a giudizio per 143 persone. La maxi inchiesta ‘Hydra’ condotta dalla Procura di Milano sul "sistema mafioso lombardo" potrebbe diventare un maxi processo a tutti gli effetti.
A firmare la richiesta il Procuratore Marcello Viola con la pm Alessandra Cerreti e il sostituto Rosario Ferracane.
Vedremo esponenti di Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra insieme sul banco degli imputati?
Tempo al tempo.
Nelle 161 pagine i pm indicano le fonti di prova: 4 informative dell'Arma, le intercettazioni telefoniche e ambientali con cui gli investigatori hanno ricostruito 21 summit inter-mafiosi tenuti nel 2020-21 fra gruppi ristretti di appartenenti nei Comuni di Dairago ed Assago che sarebbero la prova dell'esistenza del network criminale.
Infine le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e imputati in procedimenti connessi.
Le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di droga, tentata rapina, detenzione abusiva di armi, intestazione fittizia di beni, frode fiscale e omesso versamento delle imposte, riciclaggio e false fatture.
I magistrati puntano a mandare al processo quelli che secondo le indagini sarebbero i i principali esponenti di cosche, 'ndrine e famiglie mafiose: tra loro compaiono Gioacchino Amico e Giancarlo Vestiti, della componente romana del 'gruppo Senese', storicamente legata al clan camorristico Moccia di Afragola; Giuseppe 'Ninni' Fidanzati dell'omonima famiglia di cosa nostra, i calabresi Santo e Filippo Crea della cosca Iamonte facente parte della locale 'ndranghetista di Desio collegata a quella di Melito Porto Salvo; Massimo Rosi e Vincenzo Rispoli, della locale di Legnano-Lonate Pozzolo collegata alla locale crotonese di Cirò. Tra i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio c'è Paolo Aurelio Errante Parrino, ritenuto l'uomo al Nord di Matteo Messina Denaro, condannato a partire dal 1997 per mafia come appartenente al mandamento di Castelvetrano guidato dal padre dell'ex super latitante. Rintracciato all'ospedale di Magenta il 27 gennaio, il 77enne di Abbiategrasso si era reso irreperibile facendo perdere le proprie tracce qualche giorno prima quando la Cassazione aveva confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico.
Sulla richiesta di processo ora dovrà esprimersi un gup da individuare fra quelli compatibili presenti in tribunale a Milano.
Gli affari dell’alleanza mafiosa
Per la Procura questa consorteria mafiosa faceva ricchi affari con 54 diverse società (ristorazione, noleggio, logistica, edilizia, parcheggi aeroportuali, importazione di materiale ferrosi, sanità e piattaforme e-commerce), tanto da far disporre già un anno e mezzo fa il sequestro di oltre 225 milioni di euro per false fatture, per il 90% a carico delle società Phoenix Lcc (Usa) e Even Better e degli amministratori di fatto e di diritto Rosario e Giovanni Abilone, ritenuti esponenti del mandamento di Castelvetrano, Claudia Perversi e Mafalda Poli. Non solo. La 'mafia a tre teste' condizionava il "libero esercizio del voto" nelle elezioni amministrative della Lombardia. Le diverse componenti ‘ndranghetiste, camorriste e mafiose della confederazione mantenevano "contatti con esponenti del mondo politico, istituzionale, imprenditoriale, bancario" per ottenere "favori, notizie riservate, erogazione di finanziamenti, rete di relazioni" con l'obiettivo di "fornire un contributo rilevante al mantenimento in vita, al rafforzamento dell'organizzazione e ad aumentarne il prestigio". "Abbiamo un bel pacchetto di voti, abbiamo preso un partito, lista civica", aveva detto in un'ambientale il 50enne Filippo Crea della locale di Desio citando i "miei parenti" inseriti in lista elettorale. "Stiamo parlando di persone che hanno 400-500 voti a testa". È stato citato dai magistrati il caso dei trapanesi per i quali Paolo Aurelio Errante Parrino, cugino di Matteo Messina Denaro, avrebbe messo "a disposizione" dell'organizzazione la "propria sfera relazionale politico-istituzionale" mantenendo, in ipotesi investigativa, rapporti "confidenziali" con esponenti della politica locale di Abbiategrasso: il sindaco Francesco Cesare Nai, il consigliere comunale Francesco Chillico e il presidente del gruppo consiliare Fulvio Lovati.
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