Si stima che tra aprile 2022 e marzo 2025 oltre 1,8 milioni di utenti abbiano avuto accesso al sito
Kidflix, una delle più grandi piattaforme online dedite allo sfruttamento sessuale dei minori, con quasi due milioni di utenti attivi in tutto il mondo e già nota alle forze dell’ordine internazionali, è stata finalmente smantellata. Una vasta operazione condotta attraverso il coordinamento di Europol e con il coinvolgimento delle forze di polizia di 35 Paesi ha portato a 79 arresti, all’identificazione di circa 1.400 utenti sospetti e alla messa in sicurezza di 39 bambini, ora in stato di protezione. L’operazione, denominata “Stream”, è stata avviata nel 2022, ma ha raggiunto il suo apice tra il 10 e il 23 marzo di quest’anno con una serie di interventi mirati in diverse nazioni. Il cuore dell’indagine - ha fatto sapere Europol - si è svolto in Germania, dove la polizia criminale dello Stato della Baviera ha collaborato con l’Ufficio centrale per la criminalità informatica. Ad ogni modo, il punto di svolta è arrivato l’11 marzo 2025, quando le autorità tedesche e olandesi hanno sequestrato i server della piattaforma. Al loro interno sono stati trovati circa 72.000 video pedopornografici. Contenuti che, secondo gli inquirenti, rappresentano solo una parte del materiale complessivamente scambiato: ben 91.000 video del genere sono stati caricati nel corso dell’attività della piattaforma, per un totale di oltre 6.000 ore di riproduzione. A questo dato raccapricciante ne segue un altro, altrettanto inquietante. Kidflix non si limitava a fornire contenuti da scaricare: permetteva anche lo streaming dei video e ricompensava gli utenti con token virtuali convertibili in criptovaluta. I token potevano essere guadagnati non solo caricando video, ma anche partecipando attivamente alla “gestione” della piattaforma: assegnare categorie, verificare titoli e descrizioni, interagire con la community. Ogni video era disponibile in tre versioni - bassa, media e alta qualità - e gli utenti potevano pagare per sbloccare la visione a qualità superiore. Una struttura, insomma, da vero e proprio mercato nero della pedopornografia, che ha generato profitti enormi per i suoi gestori.
Europol ha definito l’operazione Stream come la più grande mai condotta dall’agenzia nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori online. I suoi esperti, in particolare quelli del Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica (EC3), hanno fornito supporto operativo costante, analizzando migliaia di video e incrociando dati provenienti da più fonti per agevolare il lavoro investigativo nei diversi Paesi coinvolti. La portata internazionale dell’operazione è confermata dall’imponente numero di nazioni partecipanti: dall’Australia al Canada, dagli Stati Uniti all’Italia, con il contributo delle principali forze di polizia e delle unità specializzate nella criminalità informatica. Per quanto riguarda l’Italia, le indagini sono state seguite dal Servizio di Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica. Secondo Caterina De Bolle, direttrice esecutiva di Europol, il caso Kidflix dimostra come la componente digitale dello sfruttamento sessuale minorile abbia raggiunto livelli di pericolosità senza precedenti.
“La dimensione digitale ha guidato una rapida evoluzione dello sfruttamento sessuale dei minori online, offrendo agli autori dei reati una piattaforma senza confini per contattare e adescare le vittime, nonché per creare, archiviare e scambiare materiale pedopornografico. Alcuni - ha spiegato De Bolle - tentano di inquadrare questo come un mero problema tecnico o informatico, ma non lo è. Ci sono vittime reali dietro questi crimini, e quelle vittime sono bambini. Come società, dobbiamo agire per proteggere i nostri figli”. Anche Magnus Brunner, commissario europeo per gli Affari interni, ha sottolineato quanto l’azione congiunta tra Europol e i suoi partner sia fondamentale per affrontare una minaccia che opera ormai senza confini. La Commissione europea ha infatti presentato una strategia comune per rafforzare la sicurezza interna, proprio perché la criminalità online rappresenta oggi una delle principali minacce per l’Unione Europea.
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