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Secondo quanto riportato da ‘Il Fatto Quotidiano’, alla Camera è in discussione un disegno di legge che potrebbe cambiare le regole sull’utilizzo del trojan, la potente microspia informatica usata nelle indagini. Il provvedimento, a prima firma del deputato forzista Pier Antonio Zanettin (in foto), punta a normare e limitare l’impiego di questo strumento, restringendo anche la possibilità di sequestrare gli smartphone. Ma c’è di più: una parte della maggioranza, capeggiata da Forza Italia, intende andare oltre, escludendo il trojan dalle indagini sui reati contro la Pubblica Amministrazione.

A guidare la battaglia è Enrico Costa, deputato di Forza Italia e paladino del ‘partito anti-pm’ nella coalizione di governo. Costa starebbe preparando un emendamento per inserire nel disegno di legge una modifica cruciale: vietare l’uso del captatore informatico per i reati che coinvolgono politici, imprenditori e i cosiddetti “colletti bianchi”. L’obiettivo è chiaro: riservare il trojan, considerato uno strumento altamente invasivo, esclusivamente ai crimini di criminalità organizzata e terrorismo, lasciando fuori la sfera della corruzione e degli illeciti amministrativi.

La proposta non nasce dal nulla. Già lo scorso 15 maggio, pochi giorni dopo l’inchiesta che ha travolto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, la maggioranza di destra, con il sostegno di Italia Viva, aveva approvato un ordine del giorno firmato proprio da Costa. Nel testo, riportato da Il Fatto Quotidiano, si definiva il trojan come uno strumento che “invade il terreno della riservatezza, penetrando anche nelle sfere più intime e private”. Si chiedeva allora al governo una “disciplina organica” per limitarne l’uso, indicando con precisione i reati gravi per cui sarebbe ammesso e definendo condizioni e modalità operative, in modo da bilanciare le esigenze investigative con i principi costituzionali di tutela della privacy (articoli 14 e 15 della Costituzione).

Ora, Forza Italia vuole passare dalle parole ai fatti, dando concreta attuazione a quell’indirizzo. Una mossa che, se approvata, potrebbe avere un impatto significativo sulle indagini future, soprattutto quelle che coinvolgono la classe dirigente e i suoi intrecci con il potere.

Fonte: Ilfattoquotidiano.it

Foto © Imagoeconomica

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