Colpire le indagini su reati gravissimi come il sequestro di persona, rapine aggravate, corruzione, omicidi, femminicidi, stragi, pedopornografia, revenge porn, traffico di essere umani (tra cui bambini) e via elencando.
Si dovrebbero incidere i nomi delle vittime davanti ai Palazzi del potere per far capire a chi ci sta dentro la drammaticità di quanto è stato deciso: ieri notte alla Camera è stato approvato in via definitiva (147 sì, 67 no e un astenuto) un’altra norma criminale, la legge che fissa il limite dei 45 giorni per le intercettazioni.
Uniche deroghe previste per mafia e terrorismo.
La norma, voluta da Forza Italia, firmata Zanettin, stabilisce che l’ascolto dei sospettati da parte di pm e polizia giudiziaria non possa durare più di un mese e mezzo, se non di fronte ad “elementi specifici e concreti” che dovranno comunque “essere oggetto di espressa motivazione”. Concretamente: la legge rischia di trasformarsi in uno tsunami per moltissime inchieste, come hanno provato ad argomentare, già in sede di audizione, i maggiori procuratori del Paese: da Francesco Lo Voi a Nicola Gratteri, da Alessandra Dolci a Raffaele Cantone.
"Ci sono tanti reati gravi che senza intercettazioni non possono essere individuati e puniti, 45 giorni sono un periodo del tutto irrilevante, chi propone questa norma lo sa e non ritiene importante portare avanti le indagini. Si pensi all'omicidio, quando non si trovano le prove nelle prime 48 ore: a quel punto serve una pluralità di intercettazioni per rintracciare i responsabili e comprendere il contesto nel quale è maturato. A questo fine 45 giorni non bastano affatto. Il governo Meloni sta decidendo di dare un'immunità ai delinquenti. Quello che si sta consumando in quest'aula è gravissimo". ha detto alla Camera il deputato M5S Federico Cafiero De Raho.
"Con questa approvazione si chiude il cerchio iniziato con la abolizione dell'abuso di ufficio. I cittadini non avranno tutela contro abusi e sopraffazioni" ha commentato il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri.
Bambini e vittime delle tratte saranno più esposti
Lo avevamo scritto in un precedente articolo, ma vista la miopia delle forze di maggioranza riproponiamo un esempio che facemmo per spiegare come e il perché il taglio alle intercettazioni favorisce trafficanti di esseri umani, pedofili e traffico di organi.
Consideriamo il caso ipotetico di un bambino di nome Tod (nome di fantasia) rapito in un paese estero e portato in Italia. Una volta arrivato, Tod verrebbe probabilmente nascosto e tenuto in prigionia in attesa di essere trasferito altrove. I trafficanti, infatti, segmentano il "viaggio" della vittima in diverse tappe e talvolta sono costretti a fermarsi per nascondere la persona sequestrata, poiché sono consapevoli delle eventuali indagini delle Forze dell'Ordine. Questo periodo di attesa può durare mesi e, in passato, le intercettazioni telefoniche hanno spesso permesso agli investigatori di salvare le vittime del traffico di esseri umani.
Con l'approvazione del Ddl sulle intercettazioni, i pubblici ministeri saranno obbligati a interrompere le captazioni dopo 45 giorni.
Più nel dettaglio, il disegno di legge modifica l'articolo 267 del Codice di Procedura Penale.
Ciò significa che Tod e altri nella sua situazione potrebbero non avere più la speranza che uno dei rapitori, per distrazione, leggerezza o necessità, lasci trapelare informazioni decisive al telefono che le Forze dell'Ordine potrebbero utilizzare per localizzarlo.
Una volta scaduto il periodo previsto, i trafficanti potranno tranquillamente comunicare tra loro al telefono, condividendo dettagli sul trasferimento delle vittime, sui profitti da spartire e su chi sono i "clienti".
Clienti che, talvolta, potrebbero anche essere persone ben viste nella società (poco importa se in Italia o all'estero): medici, professori, politici e via elencando.
Basta un rapido giro sul web per scoprire dalle cronache che le intercettazioni necessarie a chiudere le indagini devono svilupparsi nell'arco di mesi non di qualche settimana.
Un ulteriore impatto di questo provvedimento si rifletterà sulle collaborazioni con le forze di polizia di altri paesi nel contrasto alla pedofilia e alla traffico di esseri umani.
La ragione è che sono crimini di portata internazionale, che richiedono una stretta collaborazione tra le polizie di diverse nazioni per essere efficacemente combattuta. Senza i dati e le conversazioni derivanti dalle intercettazioni, sarà impossibile ricostruire, insieme a strutture internazionali come l'Interpol, un quadro investigativo completo.
Riprendendo l'esempio ipotetico di Tod, supponiamo che gli inquirenti abbiano seguito le tracce della vittima fino in Italia, dove però ogni indizio si è perso. Logica vorrebbe che le magistrature estere contattassero i pubblici ministeri italiani per richiedere collaborazione e scambio di informazioni.
In tal caso, i nostri inquirenti si troverebbero costretti a rispondere negativamente, poiché semplicemente non avrebbero alcun materiale a disposizione per contribuire alle indagini al di là dei rapporti (eventuali) di pedinamenti e osservazioni a distanza.
Era necessario ricordare questo piccolo ma reale esempio, per chi se ne fosse scordato.
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