Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro medici che ebbero in cura il giornalista Andrea Purgatori, morto nel luglio del 2023. Nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani, è contestato il reato di omicidio colposo. L'udienza preliminare è fissata al prossimo 19 settembre.
La Procura di Roma ha chiuso le indagini a loro carico lo scorso dicembre con l'ipotesi di omicidio colposo, e contesta, nell'atto di conclusione delle indagini, "imperizia, negligenza e imprudenza" nelle cure del giornalista morto a causa di una endocardite infettiva.
Per i pm i neuroradiologi non refertarono correttamente l'esame di risonanza magnetica dell'8 maggio 2023.
Il radiologo Gianfranco Gualdi, inoltre, "anche nella successiva interlocuzione con il paziente e i suoi familiari, nonché con gli altri sanitari coinvolti, rappresentava con forza, sulla base dell'errata diagnosi - proseguono i pm -, la necessità di avviare Purgatori a immediate cure radioterapiche per affrontare la grave e prioritaria emergenza metastatica cerebrale". Tutto ciò "non solo causando la sottoposizione del paziente a inutile e debilitante terapia, ma soprattutto determinando un serio sviamento nell'approccio diagnostico e terapeutico degli altri sanitari, anche per il mancato rilevamento di lesioni ischemiche la cui causa sarebbe stato necessario indagare senza ritardo". L'atto di conclusioni delle indagini è arrivato a circa due mesi dalla perizia medico-legale disposta dal gip. Nel documento si afferma che "un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a un anno in misura dell'80% qualora l'endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata". Nella perizia si aggiunge che l'endocardite "avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all'inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda metà di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l'esito degli accertamenti svolti l'8 maggio".

Foto © Davide de Bari

ARTICOLI CORRELATI

La strana morte di Andrea Purgatori
Di Saverio Lodato

Andrea Purgatori, il giornalista che sapeva guardare lontano
Di Saverio Lodato

Il tempo è stato galantuomo con Andrea Purgatori. Però la Meloni su Amato e su Ustica...
Di Saverio Lodato

Facciamo finta che Andrea Purgatori se ne sia andato
Di Saverio Lodato

Lettera dei figli di Andrea Purgatori: terapie inutili e tanti errori

Morte Andrea Purgatori, procura di Roma chiude indagini: quattro medici rischiano il processo

Morte Andrea Purgatori: dalla perizia emersa ''catastrofica sequela di errori''

 

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos