Si trova di tutto.
Nei verbali dell’ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto il 9 marzo scorso (di sicuro per ora c’è solo questo), si parla di fughe di notizie, contatti con i servizi segreti, consultazione abusiva di banche dati e via elencando.
La società Equalize è al centro della questione sollevata dalla procura di Milano che sta indagando dal 25 ottobre 2024, giorno in cui i Carabinieri di Varese hanno eseguito un'operazione che ha portato all'arresto di sei persone, tra cui Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci. Quattro di loro sono finiti ai domiciliari, mentre due sono stati sospesi dal loro incarico pubblico per sei mesi.
Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici, corruzione, intercettazione illegale di comunicazioni, uso illecito di strumenti di spionaggio, falsificazione di dati e violazione del segreto d'ufficio. Tra i reati contestati c'è anche l'estorsione.
Secondo gli investigatori, il gruppo si muoveva con un'organizzazione ben strutturata, con ruoli precisi e una catena di comando chiara. Il loro scopo? Vendere informazioni riservate ottenute illegalmente e influenzare politica e affari. Tra i nomi chiave dell'inchiesta ci sono Enrico Razzali (titolare della ditta), Carmine Gallo, Nunzio Samuele Calamucci e Vincenzo De Marzio.
"Equalize nasce nel 2018 da un'idea mia e di Pazzali. Io conosco Pazzali quando ero dirigente del Commissariato, lui era Amministratore Delegato di Fiera Milano e ci siamo conosciuti in quel contesto. Il Commissariato di Rho era competente anche per Fiera, ci siamo conosciuti, è nata un'amicizia" ha raccontato Gallo nei verbali. "Lui stava per andare via da Fiera Milano e abbiamo pensato di fare un qualcosa insieme. Lui ha costituito una società, lui da solo. Io ero ancora in Polizia, ma mancava un mese per pensionamento", ha messo a verbale l'11 dicembre. All'inizio non c'era "per niente l'aspetto investigativo", era "una società informatica". Nel 2019 Pazzali assunse Gallo, che poi diventerà amministratore delegato della società. "A me piaceva fare... lavorare con Enrico Pazzali, perché mi ero affezionato", ha raccontato.
Gallo e Calamucci hanno affermato negli interrogatori che “Pazzali era perfettamente al corrente che la sua Equalize acquisisse illecitamente informazioni abusivamente estrapolate dalla banca dati Sdi, e le commercializzasse per soddisfare specifiche richieste della clientela”: “Questo sì - ha detto Gallo -, certo che sapeva tutto quello che facevamo”. “Di illecito?”, ha specificato il pm. “Certo”, ha ribadito Gallo.
Nel 2019, ha spiegato ancora, "ho fatturato quasi 450 mila euro con le mie conoscenze. Ovviamente nel 2019 ho avuto la riabilitazione e ho chiesto la licenza investigativa". I clienti "per Equalize li ho sempre esclusivamente procurati io - ha spiegato - Enrico Pazzali non ha mai procurato un cliente". Prima di partire con la pratica degli accessi abusivi, pagando funzionari infedeli, Gallo si sarebbe mosso così: "Fonti aperte e facevo il report. Valutavo, guardavo le relazioni Dia, Dna, che sono pubbliche, se non c'erano collegamenti, ad occhio e croce, guardavo magari qualcosa del mio archivio personale se erano soggetti che mi dicevano qualcosa".
Poi le cose secondo i magistrati sarebbero cambiate.
Un aspetto importante è quello collegato a Calamucci esperto informatico e socio di Equalize che avrebbe, secondo l’accusa, sviluppato strumenti per accedere illegalmente a banche dati riservate.
Tribunale di Milano © Imagoeconomica
Informazioni che sarebbero state estremamente delicate: segnalazioni di operazioni sospette, le cosiddette "Sos", al centro già di altre indagini su esfiltrazioni illegali.
Le esfiltrazioni indica un termine utilizzato dai servizi segreti per indicare l'allontanamento di un agente dal luogo in cui opera.
Sulle Sos "può essere preciso Samuele Calamucci, perché le faceva lui", ha spiegato, interrogato a dicembre, Carmine Gallo.
Al pm ha detto di non sapere come Calamucci riuscisse ad acquisirle. "Io pensavo che le facesse lui ai computer... lui e i suoi uomini. Non lo so", ha detto l'ex ispettore di polizia. "Le Sos sono state fatte esclusivamente per Sbraccia, credo", ha aggiunto, riferendosi ad uno dei clienti di Equalize, l'immobiliarista romano Lorenzo Sbraccia, che è tra gli oltre 60 indagati nel maxi fascicolo sulla presunta "centrale di dossieraggi".
Questo è quello che ha detto Gallo.
I Pm: Equalize non spiava in ministero dell’Interno
Nelle migliaia di pagine depositate al Tribunale del Riesame dal pm Francesco De Tommasi contro il diniego del gip Fabrizio Filice - all’arresto 5 mesi fa di Pazzali per i medesimi reati costati invece i domiciliari a Gallo (morto 8 giorni fa di infarto) e Calamucci - ci sarebbe una versione diversa da quella ipotizzata inizialmente.
Non è vero, secondo la Procura, che il gruppo di investigatori privati e hacker della società Equalize fosse riuscito anche a “bucare” il Ced (centro elaborazione dati) interforze del ministero dell’Interno e ad avere un accesso alla banca dati delle forze dell’ordine diretto e indipendente dalla massiccia, ma più “ordinaria”, consultazione illecita del sistema Sdi da parte di agenti “tastieristi” corrotti da Equalize.
Calamucci in prima battuta aveva fornito una versione diametralmente opposta, come ricostruito dai colloqui intercettati nel 2022 dagli inquirenti.
“Lo stesso Calamucci in interrogatorio” ha negato tutto, “sostenendo che le sue parole erano dirette esclusivamente a ‘gonfiare’ le proprie capacità di “esfiltrazione” di dati “agli occhi di Gallo”, ma soprattutto “gli accertamenti disposti” dai pm alla polizia postale, “al fine di verificare” se il Ced del Viminale “sia stato effettivamente ‘bucato’ in maniera diretta, hanno dato finora esito negativo”.
Servizi di intelligence stranieri da Pierfrancesco Barletta
E poi le presunte frequentazioni con i servizi di intelligence stranieri: Gallo ha parlato anche degli israeliani, presunti uomini legati all'intelligence che frequentavano la sede di Equalize, dicendo, in sostanza, di non saperne molto e che glieli aveva solo presentati l'hacker Nunzio Samuele Calamucci, ancora ai domiciliari. "Pazzali che sapeva tutto (...) non è che mi ha chiesto 'Ma chi erano gli israeliani?' - ha detto Gallo - non mi ha chiesto nulla" ha detto l’ex poliziotto aggiungendo dettaglia anche sulle ipotetiche frequentazioni di Pierfrancesco Barletta, x componente del Consiglio di Amministrazione di Leonardo, anche lui indagato nell'inchiesta su Equalize, società di cui all'inizio era stato socio di minoranza.
© Imagoeconomica
Barletta era "sempre circondato da uomini dei Servizi Segreti", il "suo ufficio" era "sempre pieno di questa gente qua", lo "andavano a trovare parecchie volte agenti dei Servizi Segreti”. “Ma perché aveva un ufficio da voi Barletta?", ha chiesto il pm Francesco De Tommasi. Gallo: "Lui lavorava in Leonardo, voleva un ufficio lì. Ha parlato con Enrico, Pazzali e Enrico ha detto 'Fallo mettere là'". Al pm che gli ha chiesto se Barletta frequentasse persone "della Lega", sempre Gallo ha risposto che "frequentava solo quelli del Pd. In ufficio venivano solo quelli del Pd (...) credo che venisse Maiorino, credo che venisse in ufficio qualcuno dei consiglieri, comunali di Milano".
E ancora: "I Servizi Segreti venivano, almeno quei tre che venivano parlavano con Barletta, da me qualcuno è venuto". Barletta, lo scorso 28 ottobre, dopo che erano emersi atti dell'indagine, ha deciso di autosospendersi dalla carica di vicepresidente di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi.
Rubato il computer con tutto il materiale dell’Eni
La vicenda assume tutti i connotati di una spy story, soprattutto quando si toccano società che operano a livello internazionale come l’Eni.
A Carmine Gallo è stato rubato il computer con "tutto il materiale di Eni" dall'auto mentre era a cena con Enrico Pazzali e le rispettive mogli in zona Fiera a Milano nel marzo 2024 e le telecamere di sorveglianza non funzionavano. "Ho visto che c'era una telecamera puntata proprio sulla mia macchina - ha raccontato - dico: domani scopriremo chi è stato" ma "purtroppo mancava" il video. "La cosa strana è che hanno rotto il vetro dietro, abbassato il sedile e preso lo zaino da dietro", ha messo allora a verbale il 66enne, assistito dagli avvocati Antonella Augimeri e Paolo Simonetti nell'audizione quasi integralmente dedicata ai rapporti fra Equalize con il capo degli affari legali di Eni, Stefano Speroni (indagato per concorso in accesso abusivo a sistema informatico nel fascicolo) che avrebbe commissionato agli investigatori privati report e dossier sull’avvocato Piero Amara, Vincenzo Armanna e l'imprenditore calabrese fornitore della società, Francesco Mazzagatti. "Io lo zaino - ha aggiunto Gallo - l'ho messo quando ero in arcivescovado, quindi nessuno mi ha visto, i preti soltanto. Invece chi ha rotto il vetro ha abbassato il sedile".
Qualcuno dunque sapeva.
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