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La pm della Procura dei Minori di Brescia Caty Bressanelli ha chiesto la condanna a 30 anni di carcere per Marco Toffaloni, che ora vive in Svizzera col nome di Franco Maria Muller, accusato di essere stato uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia che il 28 maggio 1974 provocò otto morti e cento feriti.
Si tratta di uno dei capitoli più cruenti della stagione delle stragi.
Secondo gli inquirenti “in concorso con altre persone tra le quali Carlo Maria Maggi (condannato all’ergastolo e deceduto) e Maurizio Tramonte, in carcere condannato all’ergastolo in via definitiva, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato appartenendo all’organizzazione eversiva Ordine Nuovo, che aveva promosso l’attentato nell’ambito della pianificazione di una serie di azioni terroristiche, nel corso di una manifestazione in Piazza Loggia indetta dal Comitato permanente antifascista e dalle segreterie provinciali della Cgil, Cisl e Uil, agendo quale autore materiale, concorrendo nel collocamento dell’ordigno esplosivo destinato all’attentato in un cestino portarifiuti, cagionava la strage”. Nel processo minorile non si possono costituire parti civili, ma in aula durante l’udienza preliminare erano comparsi i rappresentanti di Comune, sindacati e famiglie delle vittime.
Quel giorno Toffaloni, soprannominato 'Tomaten' per la sua tendenza ad arrossire, aveva 17 anni e per questo oggi viene processato a porte chiuse dal Tribunale dei Minori mentre davanti alla Corte d'Assise di Brescia è tutt'oggi a giudizio Roberto Zorzi, all'epoca era maggiorenne.
La sentenza è attesa dall'associazione dei familiari delle vittime che sperano di aggiungere un ulteriore tassello alla comprensione della strage neofascista. Le autorità elvetiche hanno fatto sapere che, anche in caso di condanna non verrebbe comunque estradato poichè il reato di cui è accusato secondo la legge elvetica è prescritto.
"E' stata chiesta la condanna più alta possibile perchè l'ergastolo non è previsto per i minori - commenta all'AGI l'avvocato Federico Sinicato -. Peccato che non sia venuto in aula a raccontarci quello che successe, sarebbe stata anche una circostanza a lui favorevole e avrebbe aiutato alla comprensione dei fatti".

Foto © ACFB

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