Venerdì 28 febbraio, l’ISIS "Einaudi-Giordano" di San Giuseppe Vesuviano ha aperto le porte alla riflessione e al confronto su antimafia e riscatto sociale con il convegno "D(I)RITTI AL CUORE”. Un evento di grande rilevanza, organizzato dalla Commissione Legalità dell’istituto, dedicato ai temi dell’impegno civico e del ruolo dei giovani nel cambiamento della società.
Un centinaio di studenti del triennio ha preso parte all’iniziativa, coordinata dalla prof.ssa Marilisa Coppola. Ospiti dell’incontro: Pasquale Leone, rappresentante di Libera Napoli; Marta Capaccioni, attivista di Our Voice; Jamil El Sadi, redattore di ANTIMAFIADuemila; Nino Morana Agostino, familiare di vittima innocente di mafia; e Trisha Palma, street artist impegnata nel sociale.
Grazie alla partecipazione di queste personalità di spicco nel panorama dell’attivismo e della lotta per i diritti, si è creato un importante momento di dialogo e sensibilizzazione per le nuove generazioni. Di particolare valore gli interventi di Trisha Palma e Marta Capaccioni, che hanno illustrato come l’arte possa essere uno strumento di riscatto sociale, capace di riqualificare non solo i territori, ma anche le vite delle persone. La street artist, in particolare, originaria di Scampia, è impegnata in numerose attività con i minori nei quartieri popolari e nelle strutture detentive, come quella di Nisida, la piccola isola vulcanica delle isole Flegree che ospita il carcere minorile.
Marta Capaccioni ha invece raccontato la realtà palermitana vissuta da Our Voice nei quartieri in cui, tra le altre problematiche, la diffusione della droga è sempre più preoccupante e il disagio sociale cresce in assenza di un supporto istituzionale adeguato. Un’assenza che spesso viene colmata dalle organizzazioni mafiose, che offrono un vero e proprio welfare criminale, assoldando così nuove leve.
Libera Napoli e ANTIMAFIADuemila hanno poi affrontato il tema degli affari criminali di Camorra e Cosa nostra, offrendo agli studenti una panoramica sullo stato attuale delle mafie. Organizzazioni radicate nella tradizione, ma con una visione sempre più proiettata verso il futuro. L’uso della tecnologia criptata e dei social media, infatti, rende le mafie un fenomeno criminale sempre più difficile da contrastare. Al contempo, il modello mafioso continua a esercitare un forte fascino su molti giovani, che idealizzano i boss come figure di riferimento, alimentando un pericoloso fenomeno culturale fatto di like e reel.
Un fenomeno che Nino Morana Agostino conosce molto bene. A lui Cosa nostra – e non solo – ha ucciso lo zio assieme alla giovane moglie. Era il 5 agosto 1989 quando l’agente di Polizia Nino Agostino e Ida Castelluccio (incinta) vennero assassinati davanti alla casa al mare di Villagrazia di Carini. Un delitto di chiara matrice mafiosa, che ha visto coinvolti anche soggetti infedeli delle istituzioni che hanno depistato le indagini. Un delitto che ancora grida giustizia nonostante siano passati 35 anni. Uno dei tanti casi irrisolti del nostro Paese.

''D(I)RITTI AL CUORE'': un convegno sui diritti e la legalità all’ISIS ''Einaudi-Giordano'' di Napoli
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