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Gli arrestati sono uomini tra 21 e 59anni

Si chiama “Hello” la maxi operazione contro la pedopornografia on-line, culminata in 34 arresti in 56 città, eseguita dalla polizia di Stato e coordinata dalla procura di Catania.
Il vasto blitz ha richiesto l'impiego di oltre 500 operatori e 115 attività di perquisizione domiciliare e informatica: si parla di decine di migliaia di file contenenti abusi su minori. Immagini agghiaccianti che raffigurano minorenni in età infantile con vari episodi anche di zooerastia. In altre parole i bambini venivano fatti violentare da animali.
L'identificazione degli utenti ha richiesto un lungo lavoro di approfondimento e complesse analisi tecniche dal momento che gran parte degli indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e all'archiviazione in cloud per occultare il materiale.
Gli indagati sono complessivamente 122., hanno fatto sapere gli investigatori, e sono di varie estrazioni sociali, tutti di sesso maschile con un'età compresa tra 21 e 59 anni.
Due degli arrestati, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, abusavano direttamente dei minorenni mentre filmavano. Le vittime sono state già identificate.
Il fenomeno della pedopornografia online è "in crescita" e lo si "deve contrastare, e noi lo contrastiamo", ma "naturalmente sarebbe necessario prevedere delle misure più incisive di carattere restrittivo nei confronti delle persone che fanno questo ignobile commercio" ha detto il procuratore di Catania, Francesco Curcio in conferenza stampa dopo l'operazione. Le vittime avevano dai tre anni in su. L'indagine ha svelato la presenza di chat pedopornografiche all'interno di un social network, non tra i più diffusi. "Alcune di queste - ha detto il procuratore Curcio - erano frequentate da persone che avevano nick name come 'niño con animales' e 'niño primeros da zero a sei anni'. "L'indagine - ha spiegato il magistrato - tratta fatti enormemente gravi con migliaia di bambini che resteranno segnati da questi abusi".
"La Polizia postale di Catania ha aperto un vaso di Pandora, confermando che nel web si cercano di occultare metastasi che girano all'impazzata", ha detto ancora il procuratore. Molti degli indagati pensavano di potere 'godere dell'anonimato' della rete: "Ci sono vittime in tutto il mondo - ha sottolineato Curcio - e tenteremo di individuale per dare loro il sostegno necessario".
"Dagli arresti abbiamo approfondito le investigazioni e siamo riusciti grazie alle direttive della Procura Distrettuale a ricostruire questo circuito e a identificare questi soggetti in una piattaforma poco conosciuta, ma utilizzata in questo caso" ha detto il capo della Polizia Postale di Catania, Marcello La Bella.
Il materiale rinvenuto e sequestrato è al vaglio dei magistrati inquirenti e della Polizia postale per ulteriori approfondimenti investigativi utili per confermare il quadro indiziario e giungere all'identificazione delle piccole vittime. Gli arrestati risiedono nelle province di Catania, Siracusa, Agrigento, Napoli, Pescara, Foggia, Roma, Latina, Milano, Brescia, Firenze, Reggio Calabria, Cosenza, Pordenone, Lecce, Viterbo, Avellino, Barletta-Andria- Trani, Frosinone, Varese, Vicenza, Cagliari. Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Agrigento, Arezzo, Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Massa Carrara, Messina, Milano, Modena, Monza Brianza, Napoli, Oristano, Palermo, Parma, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Siracusa, Sondrio, Sud Sardegna, Taranto, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Verona, Vicenza e Viterbo.

Foto © Imagoeconomica

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