Un vasto giro di spaccio di droga e traffico di telefoni cellulari all’interno del carcere "Lorusso e Cutugno" di Torino è stato smantellato grazie a un'indagine coordinata dalla Procura torinese. Questa mattina, i Carabinieri del comando provinciale di Torino e gli agenti del Nucleo Investigativo Regionale (NIR) della Polizia Penitenziaria hanno eseguito 64 decreti di perquisizione in diverse province italiane, coinvolgendo sia strutture penitenziarie che abitazioni private. Complessivamente, sono 116 le persone indagate. L’operazione, che si è sviluppata attraverso due distinti filoni investigativi, ha rivelato un sistema ben organizzato che consentiva l’introduzione di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti all’interno della struttura detentiva, gestito con l’ausilio di detenuti in contatto con complici esterni. I dispositivi mobili, una volta entrati nel carcere, venivano utilizzati non solo per mantenere rapporti familiari, ma anche per coordinare traffici illeciti e mantenere collegamenti con altri criminali operanti fuori dalla prigione.
Droga nelle carceri attraverso i familiari
Le indagini hanno accertato che la droga veniva introdotta in carcere attraverso diverse modalità, tra cui il coinvolgimento di familiari dei detenuti durante i colloqui o il rientro di detenuti che beneficiavano di permessi di uscita. Una volta dentro, le sostanze stupefacenti venivano smerciate tra i reclusi, con i pagamenti effettuati tramite carte prepagate intestate a prestanome. Le attività investigative, che si sono protratte per mesi, hanno portato al monitoraggio di un elevato numero di apparecchi telefonici, il cui utilizzo all’interno della struttura ha facilitato la logistica dello spaccio. Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati numerosi telefoni e quantitativi di droga, e diversi arresti in flagranza di reato sono stati eseguiti durante il ritrovamento del materiale illecito.