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L'Italia 'per bene' è un nido di predatori mascherati

Abusare di minori, manipolare i vulnerabili e usarli per compiere crimini e atti di violenza.
Non si tratta di una qualche teoria su programmi segreti o strane pratiche: un'operazione internazionale di polizia, come racconta un comunicato di Europol, ha preso di mira i membri di comunità online, che fanno parte di una rete più ampia, nota come "The Com". Attraverso questa rete, estremisti di tutto il mondo collaborano per abusare di minori. Tali gruppi operano in spazi virtuali facilmente accessibili, come piattaforme di social media, applicazioni mobili e piattaforme di giochi online.
I membri di questo gruppo avrebbero abusato di sedici minori in tutto il mondo e li avrebbero costretti a produrre video con contenuti espliciti e immagini di autolesionismo.
Secondo l'indagine, due uomini (americani di 23 e 41 anni) erano membri di "CVLT", un gruppo online che promuoveva come principi fondamentali il neonazismo, il nichilismo e la pedofilia.
I membri della comunità CVLT hanno inoltre costretto i minori a vedere filmati e immagini con contenuti estremisti e violenti.
Le vittime venivano spinte a compiere atti sempre più disumanizzanti, come tagliarsi e mangiare i propri capelli, bere la propria urina, picchiarsi, rivolgersi a se stessi con insulti razzisti e utilizzare lamette per incidere i nomi dei membri di CVLT sulla loro pelle. La coercizione esercitata dai membri è arrivata al punto di spingere le vittime al suicidio in dirette video in livestream.
Video che ovviamente avevano spettatori paganti da tutto il mondo: magari padri di famiglia, madri, giovani, vecchi, forse professionisti in auge come medici e ingegneri.


In Italia o si 'perdona' o si 'cade dalle nuvole'

Il solo episodio dovrebbe spingere ad una riflessione profonda e ad una rifondazione della legislazione e degli strumenti per individuare e colpire tali reti di abuso. Così come dovrebbe far sussultare la pubblica morale.
Tuttavia non tutti la pensano così: ci sono ancora molte persone che non considerano reato detenere nel proprio pc materiale pedopornografico, il frutto malato di questi orrori.
"Ma davvero è reato?"; oppure: "Non ti preoccupare, tutti possiamo sbagliare.Ti perdono amore mio".
Le 'comprensione' e lo stupore delle mogli in questo caso di cronaca recente è sconcertante: in una retata - frutto di una lunga operazione del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica del Lazio - sono stati trovati 150 mila file; sette arresti in tutto, tutti romani in un’età compresa tra i 50 e i 60 anni.
Tra loro ci sono un tecnico informatico della Banca d’Italia, un ex amministratore di condominio, un dipendente dell’ospedale San Camillo, uno del Centro Carni e il volontario di una casa famiglia.
Uomini puliti, padri di famiglia premurosi, all'apparenza.
I sette non si conoscevano tra loro ma agivano negli stessi canali del dark web dedicati allo scambio di materiale pedopornografico di minori spesso dell’est Europa. Accertamenti sono in corso da parte del pm Vittoria Bonfanti.
Per chi ancora non ci crede è questo il sottobosco della nostra società. E il fenomeno è molto più diffuso di quanto si creda.

Fonte: Europol.europa.eu

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