L’intervista esclusiva del professore e saggista esperto di mafia e geopolitica
"È necessario mettere insieme i movimenti di antimafia sociale, quelli antifascisti con quelli che si oppongono ai processi di militarizzazione dei territori con logiche imperialiste e belliciste. È possibile farlo. Ricordo che la Sicilia in questo ha dato due grandi esempi: Pio La Torre e Pippo Fava. Entrambi uccisi perché capirono e denunciarono il sottosviluppo in Sicilia e il suo legame diretto con i processi di militarizzazione, di rafforzamento della borghesia mafiosa e di controllo autoritario dell'isola". Così Antonio Mazzeo professore, giornalista e saggista, ai microfoni di ANTIMAFIADuemila. Oltre a scrivere articoli nel suo blog, annovera anche importanti pubblicazioni di libri e dossier sugli interessi delle mafie dietro al ponte sullo Stretto, gli interessi della NATO dietro la scacchiera geopolitica, gli affari delle industrie belliche internazionali e tanto altro. "L'antimafia sociale è frutto di una lotta politica pagata col sangue, penso particolarmente alla figura di Peppino Impastato, che ebbe la capacità di analizzare la mafia non esclusivamente dal punto di vista della componente militare, ma anche di quegli interessi di gruppi economici, quindi la borghesia mafiosa, che di fatto utilizza i gruppi provenienti buona parte dal sottoproletariato per continuare a perpetuare un modello di controllo del territorio, di riciclaggio del denaro e di affari". "Ed è quella borghesia - ha spiegato - che di fatto non viene mai o quasi mai colpita dai blitz o dalle inchieste". Mazzeo ha poi evidenziato la criticità del periodo storico che sta attraversando il Paese. "Vedo un processo di fascistizzazione della società, della cultura, dell'economia, della politica - ha aggiunto - che con il Governo fascioleghista di Giorgia Meloni ha avuto soltanto un'accelerazione. Purtroppo, però, si è trattato di un processo che è stato avviato negli ultimi 20-25 anni. Direi anzi che iniziò proprio durante la stagione delle stragi del '92-'93. Fu quella destabilizzazione che mise fine alla Prima Repubblica, nata sulla lotta della resistenza antifascista, con una Costituzione che metteva come valori fondamentali i diritti sociali, l'uguaglianza sostanziale, La speranza di trasformazione sociale di questo Paese. Ecco, attraverso quelle bombe, attraverso quei gruppi economici finanziari che utilizzando Cosa Nostra, è stato possibile il passaggio a una seconda repubblica neoliberista in economia, dove vengono cancellati i diritti sociali, i diritti individuali e i diritti umani; dove si accelera la militarizzazione dei territori e si alleggia soprattutto una deriva securitaria che colpisce prima i migranti, poi le fasce più marginate della società e oggi colpisce direttamente qualsiasi cittadina e qualsiasi cittadino".
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