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La società israeliana taglia i rapporti con l’Italia: violati i termini e le condizioni. M5S avvia interrogazione parlamentare

Dopo che il giornalista investigativo Francesco Cancellato è stato preso di mira dallo spyware Graphite, sviluppato dall’azienda israeliana Paragon Solutions, in Italia è scoppiato un nuovo caso che ha coinvolto il governo guidato dalla premier Giorgia Meloni. La vicenda, finita anche sul quotidiano britannico “The Guardian”, si è presto trasformata in una vera e propria questione diplomatica e politica. Il sospetto è che l'Italia possa aver utilizzato il software Graphite in maniera impropria, violando così i termini di servizio stabiliti con l’azienda israeliana. La situazione si è complicata ulteriormente proprio perché tra gli obiettivi del presunto spionaggio ci sarebbero alcuni giornalisti e attivisti, tra cui, appunto, il caporedattore di Fanpage, Francesco Cancellato, e l’attivista Luca Casarini, fondatore della ONG Mediterranea Saving Humans. Tutto è iniziato quando Cancellato scopre, grazie a una segnalazione di Meta, che il suo cellulare è stato infettato da un malware. Citizen Lab - centro di ricerca canadese che analizza le minacce alla cybersicurezza - conferma poi che si tratta di Graphite, lo spyware prodotto da Paragon. La stessa sorte tocca a Casarini e ad altre cinque persone, la cui identità non è ancora nota. Di fronte a queste rivelazioni, Palazzo Chigi ha negato qualsiasi coinvolgimento dei servizi segreti italiani, ma la mancanza di una spiegazione chiara non ha permesso che diversi sospetti e interrogativi trovassero una risposta condivisibile. Un altro dettaglio interessante è emerso, invece, dal quotidiano israeliano “Haaretz”, che ha descritto la politica interna di Paragon come estremamente rigida, rivelando che l’azienda vende il suo software solo a enti statali e che tra i clienti italiani compaiono un’agenzia di polizia e un'organizzazione di intelligence. “Paragon - scrive Haaretz - ha tagliato fuori l'Italia dal suo spyware con effetto immediato, dopo che il governo italiano non ha affrontato le accuse di aver spiato giornalisti e attivisti critici del primo ministro Giorgia Meloni, violando i loro account”.


Collegamenti con Almasri? Forse no, ma…

Ma oltre a Cancellato e Casarini, tra gli obiettivi del malware risulta esserci anche Husam El Gomati, attivista libico residente in Svezia, che da anni denuncia corruzione e violazioni dei diritti umani in Libia. Intervistato da Fanpage, El Gomati ha detto: “Sappiamo con certezza che ci sono 90 persone in tutto il mondo i cui telefoni sono stati intercettati e che almeno quattro di questi sono giornalisti o attivisti la cui storia è legata all'Italia in un modo o nell'altro. Non posso sapere con certezza chi sia stato, non ne ho le prove, si tratta solo di un’ipotesi basata su quello che è accaduto, ma se penso alla cronologia della mia vicenda penso che si adatti perfettamente alla narrativa secondo cui i servizi segreti italiani siano dietro a tutto questo”. Durante la sua intervista, il 37enne libico ha raccontato del suo coinvolgimento su un canale Telegram, “una versione economica di ‘WikiLeaks’” - ha spiegato sorridendo -, che diffonde informazioni riservate sulla situazione in Libia, incluse prove di corruzione nel settore petrolifero e crimini commessi da milizie locali. “L'Italia ha un interesse enorme in Libia - ha aggiunto El Gomati -. Riguardo alle politiche migratorie che gli italiani hanno provato a fare in Libia, è come se avessero cercato di trattare direttamente con le milizie, non con il governo. Sperano che quelle milizie fermino la ‘loro’ ondata migratoria. Una delle storie che ho pubblicato riguarda l'uccisione a sangue freddo di 17 persone. L'individuo responsabile di questo crimine - ha precisato - è stato diverse volte in visita in Italia. Ci sono centinaia di foto che lo ritraggono in Italia”. E aggiunge: “Non credo che ci sia un collegamento diretto con Almasri. Il caso Almasri è durato solo un paio di settimane, mentre questa situazione va avanti da più tempo. Quindi non credo che il fatto di essermi occupato di Almasri sia stato il motivo scatenante”.


Graphite, troppo costoso per dei privati

Una fonte anonima raggiunta dal Fatto Quotidiano in Israele ha confermato senza esitazioni: in Italia, gli unici clienti di Graphite sono due. “Un’agenzia di polizia e un’organizzazione di intelligence”. La fonte israeliana ha sottolineato un altro dato importante: se ci sono stati abusi nell’impiego di questo spyware, la responsabilità ricade interamente sugli acquirenti, non sul produttore. Il software, infatti, può essere utilizzato direttamente dal titolare della licenza oppure, in alcuni casi, può finire nelle mani sbagliate ed essere impiegato in modo illecito, magari delegato a soggetti terzi in violazione delle norme. Ad ogni modo, l’aspetto più preoccupante riguarda la capacità tecnica di Graphite. Questo spyware è stato classificato come “zero clic”, il che significa che può infettare un telefono senza che il proprietario debba compiere alcuna azione, come cliccare su un link o aprire un file. Si tratta, dunque, di una tecnologia estremamente avanzata, che lo rende uno strumento potentissimo per le attività di sorveglianza e spionaggio. Non solo: il suo utilizzo è estremamente costoso. “Graphite è costosissimo”, ha precisato la fonte anonima. Il prezzo varia in base al numero di dispositivi da controllare e agli aggiornamenti richiesti. “Pensate che un telefonino presenta anche 14 exploit, cioè nodi da sciogliere per essere ‘violato’. E cambiano nel giro di giorni. Per far fronte a tutto questo, Graphite può costare intorno ai 20 milioni”.


Conte: “Fatto gravissimo, Meloni chiarisca”

Sulla vicenda, il Movimento 5 Stelle ha presentato una nuova interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti al governo Meloni, sollevando preoccupazioni sulla tutela della libertà di stampa e dei diritti democratici. Giuseppe Conte, leader dei pentastellati, ha dichiarato: “È un fatto grave. È una questione assolutamente da chiarire. Inoltre, la società che tecnicamente ha consentito tutto questo, Paragon, ha interrotto ogni rapporto e relazione con il nostro Paese, denunciando la violazione di norme etiche. Per cui ci aspettiamo che il governo chiarisca, perché siamo al cospetto di una vicenda gravissima”.

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