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L’operazione "Assedio" della Dda romana, avviata nel luglio scorso, ha portato a richieste di condanna per un totale di 148 anni di carcere nei confronti di 24 imputati, tra cui figure di spicco della criminalità organizzata della Capitale. Tra questi si annoverano i figli di Enrico Nicoletti, ex boss della Banda della Magliana, Massimo Antonio, oltre a Vincenzo Senese, figlio del noto camorrista Michele Senese detto “O’ pazz". Coinvolti anche il boss di ‘Ndrangheta Sergio GangemiAnna Bettozzi (nota come "lady Petrolio"), e altri legati a movimenti di estrema destra e imprenditoria locale. Secondo la Dia, l’indagine non si limita a fotografare gli affari della mafia a Roma, ma delinea una vera e propria mafia romana, caratterizzata da una capacità unica di infiltrarsi nell’economia legale. Le accuse includono usura, estorsioni, riciclaggio, illeciti nel settore degli idrocarburi e una gestione violenta ma strategica delle operazioni. Una rete complessa di politici e imprenditori ha permesso a questa organizzazione di prosperare, sfruttando relazioni e influenze per perseguire i propri scopi. In una delle intercettazioni principali, Salvatore Pezzella, leader del sodalizio, evidenziava il delicato equilibrio di potere e l’importanza di mantenere un profilo basso in una città come Roma, descrivendo l’influenza della mafia e le precauzioni necessarie per non attirare l’attenzione delle autorità. Gli atti dell’indagine documentano incontri e pranzi strategici tra i membri del sodalizio in luoghi emblematici della Capitale, come piazza di Spagna, la Balduina, e l’Aurelio, fino a Fregene, Casal Palocco e l’Infernetto. Antonio Nicoletti, per il quale il pubblico ministero Francesco Cascini ha richiesto dieci anni di carcere, è accusato di aver supportato il latitante Matteo Messina Denaro e di aver sfruttato la rete per offrire favori, tra cui presunti interventi a favore di figure nel mondo dello sport e della formazione. Tra gli imputati spicca anche Giorgio Bresciani, ex calciatore del Bologna e del Napoli, accusato di riciclaggio. Dodici anni di carcere sono stati richiesti per Daniele Muscariello, ex produttore cinematografico, che secondo le indagini sarebbe ora coinvolto nella criminalità organizzata romana. Altri personaggi chiave, come Roberto Macori, descritto come "perfetto snodo dell’ecletticità dell’associazione", hanno legami con ambienti estremisti e gruppi mafiosi calabresi. Un episodio emblematico coinvolge Anna Bettozzi, già condannata in un’altra vicenda, e il nipote Massimiliano Monti, messi in guardia da Macori sull’importanza di mantenere il controllo: un monito che sembra fare riferimento all’omicidio di Fabrizio Piscitelli, "Diabolik", avvenuto poco prima nel 2019.

Fonte: roma.corriere.it

Foto © Imagoeconomica

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