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La ministra del Turismo Daniela Santanchè è stata rinviata a giudizio, insieme ad altri 16 imputati, nell’ambito del caso Visibilia. L’accusa è di false comunicazioni sociali, legate alla gestione del gruppo che Santanchè ha fondato e lasciato in vista del suo ingresso nel governo guidato da Giorgia Meloni. La decisione è stata presa dalla giudice per l’udienza preliminare Anna Magelli, che ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri Marina Gravina e Luigi Luzi. Contestualmente, è stata dichiarata prescrizione per il periodo dal 2016 al 2018 e accettati i patteggiamenti di alcuni imputati, tra cui l’ex consigliere Federico Celoria e le società Visibilia Editore e Visibilia Editrice.
Il legale di Santanchè, Nicolò Pelanda, ha espresso delusione per la decisione, sottolineando che la difesa è pronta a dimostrare l’estraneità alle accuse in sede di dibattimento. L’accusa sostiene che i piani industriali del gruppo Visibilia avrebbero presentato previsioni eccessivamente ottimistiche, rendendo necessaria una svalutazione dell’avviamento. Tuttavia, la difesa ha ricordato che in un precedente procedimento la Guardia di Finanza e i pm avevano ritenuto le stesse previsioni conservatrici, portando a una richiesta di archiviazione.
Il dibattimento inizierà il 20 marzo davanti alla seconda sezione penale del Tribunale. Tra gli imputati figurano anche Dimitri Kunz, compagno della ministra, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero. Saranno valutati gli elementi probatori dell’accusa e della difesa per stabilire la veridicità delle ipotesi di manipolazione dei bilanci aziendali.
Tra le parti civili, Giuseppe Zeno, imprenditore campano e rappresentante dei soci di minoranza, ha commentato che il provvedimento conferma le loro denunce, ma ha sottolineato che non considera questa una vittoria. Zeno, che afferma di aver perso tra i 350mila e i 400mila euro, auspica il recupero del denaro investito. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, hanno portato anche all’amministrazione giudiziaria delle società coinvolte, prorogata fino al 31 gennaio.
Il procedimento dibattimentale sarà cruciale per accertare se, come ipotizzato, i bilanci di Visibilia siano stati falsificati tra il 2016 e il 2022 per occultare perdite milionarie, ingannare gli investitori e garantire il funzionamento delle attività del gruppo.

Foto © Imagoeconomica

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