"Il regime di carcere duro previsto dall'art. 41bis è uno strumento fondamentale nella lotta contro la criminalità organizzata, è finalizzato a impedire i collegamenti tra detenuti e associazioni mafiose esterne e questo elemento è irrinunciabile se vogliamo costantemente indebolire e contrastare i clan". Così la deputata M5S Stefania Ascari, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia. "Per questo suscita molta preoccupazione il fatto che, seppure non in via definitiva, il 41bis di Giovanni Riina sia stato annullato con rinvio dalla Cassazione per carenze nella motivazione del Tribunale di Sorveglianza - aggiunge -. Per questo motivo ho presentato un'interrogazione a risposta scritta, sottoscritta tra gli altri anche dai deputati siciliani del M5S, per invitare il ministero della Giustizia a intraprendere azioni di monitoraggio e prevenzione del rischio di collegamenti tra detenuti sottoposti a 41bis e organizzazioni criminali esterne e una verifica sull’efficacia delle procedure attuali relative alla conferma e proroga del regime di 41bis, al fine di garantire la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dello Stato. Non solo, ribadisco ancora una volta la necessità di istituire in commissione Antimafia un apposito comitato dedicato al monitoraggio del regime del 41bis, come chiesto dal gruppo M5S fin dall'istituzione della commissione bicamerale". "La relazione a mia firma e approvata all'unanimità nella scorsa legislatura, dimostra nero su bianco che il regime di 41bis non funziona in nessun carcere italiano tranne quello di Bancali a Sassari. Questo significa che i boss continuano a comandare da dietro le sbarre e questo è semplicemente inaccettabile per lo Stato italiano", conclude.
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