L'intervento del procuratore della repubblica di Prato nello speciale Sky TG24
"La strage del 1984 è un'anticipazione delle stragi del triennio ’92-’94, in particolare di quelle del biennio ’93-’94. Cosa nostra fece capire nel 1984 la sua pericolosità, che era una pericolosità che investiva non solo la Sicilia, ma tutto il paese, il messaggio fu chiaro e inequivocabile. Nessuno poteva più considerarsi sicuro.
Sono stati condannati sempre in via definitiva, oltre a Giuseppe Calò, anche altri soggetti inseriti nella criminalità romana come Guido Cercola e Franco D'Agostino. Ancora è stato condannato per la strage anche il tedesco Friedrich Schaudinn che ha svolto il ruolo di artificiere".
"Le indagini che sono state effettuate hanno consentito sicuramente di conoscere molte verità e di individuare il perché di questa strage o perlomeno una parte significativa delle ragioni che hanno indotto a commettere questa strage. Rimangono tuttavia ancora dei lati oscuri. Come quello inerente all'individuazione della persona che salì alla stazione di Firenze con i due borsoni contenenti la carica potentissima che fece esplodere la carrozza del treno. Rimangono in verità anche ulteriori lati oscuri che meriterebbero un approfondimento: come ad esempio i rapporti e i legami che Giuseppe Calò aveva all'epoca con esponenti della destra eversiva”.
Sono state queste le parole del procuratore capo di Prato Luca Tescaroli intervenuto durante lo speciale di Sky TG24 curato da Max Giannantoni e Nino Spampinato, con la regia di Flavio Maspes.
Il racconto è fra i più drammatici della storia del nostro paese e le testimonianze di Olga Calvanese (sorella di Angela Calvanese, deceduta nella strage con la famiglia), Gianpasquale Serino (Passeggero del Rapido 904 sopravvissuto alla strage) e Gian Claudio Bianconcini (controllore del Rapido 904 sopravvissuto alla strage) sono un esempio.
L'attentato è stato compiuto il 23 dicembre 1984; una bomba collocata a bordo di un treno in viaggio da Napoli a Milano - il Rapido 904 - esplose all'interno della Grande galleria dell'Appennino provocando sedici vittime e quasi trecento feriti. E' stata un'azione voluta da Cosa nostra (e non solo) che, di fatto, ha anticipato le stragi mafiose degli anni Novanta.
Il treno era pieno di persone in viaggio per le feste e l'esplosione dell'Ordigno in una delle carrozze di seconda classe provocò 16 morti e 267 feriti, in quella che è stata considerata la prima strage di mafia nel continente.
"Da poco - ha raccontato Tescaroli - dal 1984, aveva iniziato a collaborare con la giustizia Tommaso Buscetta e poi a seguire anche Salvatore Contorno. Era stato istruito il cosiddetto maxiprocesso. Cosa nostra era soffocata dalla pressione investigativa e quindi vi era la necessità di distogliere l'attenzione dalla stessa per far apparire appunto l'esistenza di un pericolo maggiore e più grave rispetto a quello della mafia che era il terrorismo. E così venne ideata ed eseguita questa strage.
Una strage che possiamo definire raccapricciante perché vi fu un'esplosione di un potente ordigno esplosivo, il Semtex, che venne collocato nella nonna carrozza della seconda classe da una persona che è stata vista salire da una passeggera alla stazione ferroviaria di Firenze Santa Maria Novella e che ha collocato due borsoni neri sul portapacchi a metà della carrozza dove è salito".
Alexander Hobel: "Strage di Frontiera"
La trasmissione è stata arricchita anche col contributo dello storico e saggista nonché docente dell'Università di Sassari Alexander Hobel il quale ha parlato della strade del 23 dicembre come una strage di "frontiera, al confine tra due fasi della nostra storia, quella appunto della strategia della tensione classica degli anni '70-'80".
Non per nulla "il luogo in cui avviene l'eccidio è praticamente a pochi metri dal luogo nel quale era scoppiata la bomba sul treno Italicus giusto dieci anni prima".
"C'è ancora molto da indagare e da scoprire - ha detto - E il fatto anche che nel 2023 si sia aperta una nuova pista da parte dei giudici, degli inquirenti fiorentini, e che quindi le indagini stiano vivendo una nuova fase, nuove indagini che sono iniziate nel 2023 e che appunto lasciano sperare nella possibilità di avere il quadro completo. Quindi oltre ai due protagonisti principali avere anche chiaro il quadro degli altri protagonisti e questo ci aiuterebbe a capire meglio anche le motivazioni che stanno all'origine di questo evento così tragico. Avere una verità più completa sulla strage dell'84 potrebbe aprire degli squarci nuovi anche su quelle del 92-93 che poi hanno avuto delle ricadute anche politiche importanti, hanno determinato un passaggio d'epoca nella storia repubblicana. Il primo momento di questa strategia stragista che fino a quel momento non era stata tipica di Cosa Nostra, che aveva utilizzato più, diciamo, attentati, omicidi mirati, non era arrivata ancora all'uso delle stragi del terrore che invece appunto era stato appannaggio di altri soggetti fino a quel momento".
Rosaria Manzo: "La certezza è che parliamo di una strage di mafia"
Durante la trasmissione anche Rosaria Manzo, Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage sul Treno Rapido 904, ha rilasciato importanti dichiarazioni: "La cosa assurda è che fino a quel momento sembrava quasi che la mafia colpisse solo chi era come loro. Che la mafia colpisse solo chi in qualche modo li toccava. Si è sempre detto: 'la mafia non uccide gli innocenti, la mafia non tocca i bambini'. Con la strage del rapido 904, dove tra le 16 vittime ci sono tre bambini, tutto questo viene scardinato".
"L'unica certezza che abbiamo oggi - ha continuato - è che parliamo di una strage di mafia, sia per il tipo di esplosivo utilizzato, sia per le condanne definitive che ci sono state. Quindi sicuramente ad oggi parliamo di una strage di mafia. La domanda è, possono due, tre persone aver deciso la morte di 16 persone, il ferimento di altre 300 persone quasi e soprattutto aver deciso la storia di un paese?"
"Inizialmente, ma per tanti anni, io ho sempre vissuto la strage come un fatto personale. Mio padre era macchinista di un treno che era stato fatto esplodere. Poi, con gli anni, ma dopo il liceo, all'università, ho iniziato a capire che la strage non era un fatto privato. Mi sono resa conto che la strage sul Rapido 904 era la storia d'Italia", ha concluso.
Fonte: video.sky.it
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