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Dare voce alle vittime innocenti di mafia attraverso il teatro.
A farlo sono stati i ragazzi e le ragazze che per due mesi hanno frequentato il laboratorio teatrale sotto la guida di Raffaella Campo, Giuseppe Pollicina e Nino Trapani.
Il risultato è stato un eccellente spettacolo di sensibilizzazione: gli studenti hanno calcato oggi il pavimento del Vittorio Currò dei Salesiani con la rappresentazione teatrale "(P)resa di coscienza" in onore di Graziella Campagna nell'anniversario della sua barbara uccisione. Nella rappresentazione sono stati ricordati anche Beppe Alfano, Antonino Sboto, Attilio Manca e Adolfo Parmaliana.
Per noi è stata un'esperienza che si è rinnovata con delle novità molto particolari perché questo testo teatrale, che è stato scritto da un gruppo di attivisti di Barcellona che fanno parte del Movimento Città Aperta, è stato scritto circa 14 anni fa e poi è stato messo in scena all'epoca con discreto successo” ha detto Raffaella Campo, insegnante e attuale consigliere comunale di Barcellona Pozzo nonché una delle principali promotrici dello spettacolo assieme alla professoressa universitaria Maria Teresa Collica.


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“Quattordici anni fa abbiamo deciso di scrivere questa opera teatrale dopo l’ennesima triste notizia che riguardava il nostro territorio. Le vittime di mafia hanno bisogno di giustizia, ma, ancora prima, hanno bisogno del giusto riconoscimento della comunità. Quelle storie ci parlano ancora, dobbiamo solo saperle ascoltare” ha scritto Collica sulla sua pagina Facebook. “Questa volta lo spettacolo è stato messo in scena dagli alunni delle scuole superiori”, ha detto invece Campo.
Alle audizioni si erano presentati circa “una ventina di ragazzi”, ha continuato, e “ci sono sembrati tutti molto interessati. Infatti li abbiamo presi tutti, alla fine non c'è stata alcuna selezione e si sono dimostrati da subito molto partecipi, attenti, hanno seguito le lezioni, hanno proprio partecipato attivamente sia alla prima fase del laboratorio che era un po' più quella dedicata all'attività teatrale, allo stare in scena; perché alcuni di loro non erano mai stati su un palco”.
Successivamente “ci siamo resi conto che i ragazzi non conoscevano quasi nessuna di queste storie se non quella di Graziella Campagna perché il testo parla delle vicende: il protagonista è ispirato alla figura di Beppe Alfano, il giornalista di Barcellona, poi rievocano la storia di Antonino Sboto che un ragazzo di cui pochissimi si ricordano perché era un ragazzo che aveva qualche precedente penale che poi è stato ucciso barbaramente nel ’99 al quale hanno mozzato le mani. Quindi una vicenda molto molto drammatica. E poi la vicenda di Attilio Manca e la vicenda del professore Parmaliana".


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Ogni storia, ha specificato la docente, “rappresenta nel testo un aspetto della mafia durante lo spettacolo in pratica una ignara cittadina che rappresenta un po' la coscienza comune viene guidata da Beppe Alfano a capire le varie facce della mafia che non ha nessun valore, nessun codice d'onore. A partire appunto dalla vicenda di Graziella che è stata uccisa perché ha scoperto qualcosa che non doveva, una persona completamente innocente, per finire a Sboto che invece era la prima parte della piccola manovalanza e che poi è stato eliminato perché aveva osato rubare nella casa di un boss”.
La performance, davanti a 350 studenti, ha riscosso successo, con il pubblico attento e coinvolto. La presenza di studenti di diversi istituti ha dimostrato la capacità di interesse trasversale.
Le repliche della serata sono in programma per domani in matinée e domenica alle ore 18.00 sempre al Teatro Currò dei Salesiani, nell'ambito della rassegna teatrale promossa dall'Associazione Salvatore Cattafi (guidata da Virginia Scoglio); sul palco saranno sempre presenti i 15 studenti degli istituti superiori cittadini – "Medi" (indirizzo classico e scientifico), "Copernico", "Fermi" e un ragazzo di Barcellona studente al "Majorana" di Milazzo.
‘Parlare di "mafia" non è facile - recita il testo dalla brocure - Soprattutto se si cerca di evitare le generalizzazioni e si vogliono comprendere fatti concreti e molto vicini a noi. È molto difficile prendere consapevolezza del fatto che ogni nostra azione mancata, ogni nostra disattenzione, ogni nostra superficiale forma di ignoranza rischia di contribuire al "gioco" mafioso’.

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