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Gentile direttore,
ho letto sul Corriere del Veneto una notizia che sembra una banale cronaca locale, in realtà comporta diverse riflessioni molto più ampie.
Tutto nasce da un’occupazione abusiva di un appartamento adibito a B&B.
Quando la giornalista Daniela Gregnanin si è recata sul posto ha ricevuto minacce da parte di alcune persone, che l’hanno seguita con il tentativo di bloccarla.
Percependo la situazione di pericolo, ha chiesto aiuto a due autisti: mentre il primo, di nazionalità italiana, si è rifiutato di aiutarla, il secondo l’ha soccorsa facendola salire in auto e, con grande maestria, è riuscito a porla in sicurezza.
È da evidenziare che il secondo autista, di origini africane, nonostante fosse con la moglie e un neonato, non ha esitato a soccorrere la giornalista.
Questo evento mi ha molto colpita perché spesso i pregiudizi sulle persone di nazionalità diversa dalla nostra impediscono il fiorire di rapporti di collaborazione con le altre etnie, viste con sospetto e spesso relegate ai margini della nostra società.
È inoltre sconcertante che una giornalista, mentre svolge il suo lavoro, sia costretta a subire minacce e a dover fuggire per mettersi in salvo.
Questo mi fa riflettere sul fatto che lo svolgimento di determinati lavori come giornalismo, magistratura e le professioni che portano alla ricerca della verità siano ancora fonte di minacce di morte e di omicidi in tutto il mondo. Ricordo solo Pippo Fava, Ilaria Alpi, il cineoperatore Miran Hrovatin e i 27 magistrati che hanno perso la vita nel nostro paese per mano del potere criminale integrato. E’ evidente quanto la mano armata di un sistema politico-mafioso molto ampio abbia tutto l’interesse che verità e giustizia non vengano portate alla luce e che, anche a livello locale, permanga una situazione conflittuale e di estrema insicurezza sociale.
È molto triste vedere che un uomo, connazionale, non abbia soccorso la giornalista in pericolo, esempio lampante di una società dove egoismo e disinteresse per l’altro la fanno da padrone.
Mi sento di esprimere solidarietà e vicinanza alla giornalista Daniela Gregnanin affinché continui a svolgere il suo lavoro senza fermarsi davanti a minacce ed intimidazioni. Personalmente collaboro con un gruppo in Veneto che divulga temi relativi alla Giustizia e ci tengo ad assicurarle il nostro pieno sostegno affinché non si senta sola ad affrontare questa pesante situazione.
Vorrei concludere, egregio Direttore, esprimendo la mia profonda stima all’autista che ha prestato il soccorso alla giornalista; in relazione al quale, condivido pienamente il pensiero espresso dalla stessa affinché gli venga conferita la cittadinanza italiana, qualora ne fosse sprovvisto. Aggiungo che trovo singolare che l’aiuto alla giornalista sia arrivato proprio da un extracomunitario, a dispetto di quanto viene continuamente ribadito da questo governo fascista della premier Meloni, e cioè che tutti i problemi dell’Italia sembrerebbero causati dalla presenza dei migranti.

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