Il progetto pastorale “Terra Promessa” parte dall’idea dell’esodo del popolo di Israele, dalla schiavitù del Faraone d’Egitto Popolo che, guidato e sostenuto da Dio Salvatore, si ricomprende come unica comunità, rinfrancata dall’oppressione, che vive una nuova esistenza, in un luogo nuovo, voluto da Dio e per questo necessario per la vita stessa della collettività e del singolo. L’esodo, dunque, diviene passaggio di un popolo, o una comunità da una cultura dell’oppressione dominante. Egoista, appropriatrice della coscienza personale che nella sua capillarità rende impossibile il riscatto di un territorio, a una cultura di libertà della coscienza, che è fondata sulla giustizia e sull’autocoscienza di essere un popolo libero, accomunato dalla solidarietà, dal principio di sussidiarietà, che parte dalla crescita della singola persona, o famiglia, e si allarga verso l’intero popolo, facendo del “bene comune” un valore preminente per il proprio riscatto sociale. La comunità di Brancaccio è, appunto, quel popolo che cammina verso una rinascita e una rivincita che passa anche attraverso l’acquisizione di spazi, che diventano segno e simbolo di questa volontà di rinascita del quartiere. Il progetto è in piena continuità con l’idea di evangelizzazione e di riscatto. La comunità Parrocchiale è già impegnata nel sostenere questi fanciulli nel loro difficile cammino sociale umano e di valorizzazione del territorio della borgata di Brancaccio sorta con il beato don Giuseppe Puglisi – un’azione di accompagnamento verso un riscatto sociale e culturale di alcune famiglie, ma soprattutto dei bambini di crescita umana e maturazione di una coscienza civile, che miri a riconoscere il “bene comune” come valore umano, che rafforza e porta a riconoscersi in un territorio nuovo, che accoglie, che aiuta nella giustizia e nel rispetto della persona, sia dal punto di vista spirituale che sociale. Tali attività si esprimono soprattutto nell’ambito educativo attraverso anche il recupero scolastico, atto a realizzare un proprio modo di approccio personale alla conoscenza, attività che porta tanti buoni frutti, ma che, per il senso dell’azione di sostegno, anche psico-fisico, ha bisogno di spazi di cui la Parrocchia non dispone. Inoltre, nella prospettiva di rivalutazione del territorio dove questi bambini vivono e della borgata stessa, è auspicabile la realizzazione di spazi che, nell’ottica della crescita sociale, sia da punto di riferimento per le famiglie che verrebbero aiutate, anche attraverso stimoli diversi, nel cammino esistenziale. Nel quartiere di Brancaccio non è presente un luogo aperto, dove poter giocare senza rimanere per strada o poter stare in compagnia senza essere posti al traffico veicolare. Nel 2013 ci è stato dato un terreno in via Fichidindia confiscato alla mafia per la costruzione del nuovo complesso parrocchiale “Padre Pino Puglisi” che riteniamo essere quel luogo nuovo e simbolico che per noi rappresenta quella terra promessa da Dio al popolo d’Israele.
Murales Don Pino
Ci troviamo in un terreno confiscato alla mafia, dato in comodato d’uso alla parrocchia per erigere il nuovo complesso parrocchiale dedicato a Don Pino Puglisi. Nell’attesa della sua realizzazione, la comunità ha deciso di intervenire all’interno di questo spazio, realizzando delle opere che pur previste nel piano generale non sono contemplate nella specificità del progetto. Uno di questi è il parco giochi per i più piccoli. Dovendo realizzarlo e avendone l’opportunità ci siamo messi all’opera. Oltre al parco giochi, sempre all’interno del terreno c’è un muro “brutto”. La comunità ha pensato di renderlo “bello” dipingendo un murales. Proprio da lì nasce l’idea di esprimere “il senso” di questo spazio in relazione alla Comunità e, soprattutto, al territorio. Don Maurizio Francoforte, ripensando al significato profondo di questo spazio ha pensato, attraverso il libro dell’Esodo, di immaginare “quella terra” come Terra Promessa e la comunità di Brancaccio come il popolo che vi fa ingresso. Il brano dell’Esodo a cui si fa riferimento è Es15, 16-17:
“Piombino su di loro paure e terrore, per la potenza del tuo braccio restino muti come pietre.
Finché sia passato il tuo popolo, Signore, finché sia passato questo tuo popolo che ti sei acquistato.”
“Tu lo fai entrare e lo pianti sul luogo che per tua dimora, Signore, hai preparato, santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato."
L’idea proviene anche da una fotografia raffigurante Don Pino in compagnia di altri seminaristi al ritorno da una gita che ci ricorda l’opera di Pelizza da Volpedo, il “Quarto stato”. Da queste due immagini pensiamo questo murales con alcune particolari caratteristiche: In primo piano identifichiamo ciò che per questa Comunità ha rappresentato Mosé come profeta e Aronne come sacerdozio nelle figure di Don Pino Puglisi e di Biagio Conte. Subito dietro il popolo di Dio, che abbiamo pensato rappresentato in alcune categorie:
Santi e Sante palermitane, perché vogliono essere la voce di tutti coloro che nei vari tempi hanno voluto mostrare la predilezione di Dio verso la nostra città.
Coloro che la Comunità ha identificato come testimoni di verità e giustizia che permettono oggi a noi, come città, di entrare in un tempo nuovo.
Uomini e donne di questa comunità che nel silenzio ci permettono di introdurci in una diversa visione di Brancaccio.
Città di uomini e città di Dio per una nuova terra di Brancaccio.
In particolare:
Alle spalle di Don Pino due testimoni a cui la Comunità vuole restituire i volti: Giuseppe Carini e Matteo Blandina.
Perché le diverse categorie? Perché vogliamo rappresentare che l’ingresso in questa nuova terra, che fu di morte e di mafia, è possibile oggi grazie al fatto che ognuno di essi ha realizzato un passo che, come un cammino, ci permette di entrare in uno spazio di vita come il raggiungimento di una nuova meta.
Dando anche concretezza alle parole di Don Pino “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto” e che, se molto è stato fatto in questo tempo a Brancaccio, lo dobbiamo anche a loro.
IL PARROCO
don Maurizio Francoforte
“Per noi è segno di una esplicita fiducia nella solidarietà degli uomini, che esprime potremmo dire la Provvidenza di Dio” con le stesse parole che il Beato Puglisi ha usato per indicare come tutto nella parrocchia viene retto dalla Provvidenza, vi chiediamo, per chi volesse, di farvi strumento per essere segno nel quartiere.
Chiunque volesse contribuire per la realizzazione della Terra Promessa a Brancaccio può usare il seguente IBAN, dedicato a questo scopo.
Intestatario:
Parrocchia San Gaetano- Maria SS. Del Divino Amore
Via Brancaccio, 260 90124 Palermo
IT11T0200804609000103728410
Causale: Progetto Terra Promessa